Montalbano Elicona: Frode all’UE e alla Regione, sequestrato impianto fotovoltaico. Tre denunciati

Una frode all’Unione Europea e alla Regione Siciliana è stata scoperta, dai finanzieri della Tenenza di Patti, a Montalbano Elicona. Tre persone, due imprenditori ed un ingegnere, sono state denunciate per truffa aggravata ed un impianto fotovoltaico (foto in alto) è stato sequestrato…

I finanzieri della Tenenza di Patti, all’esito di articolate indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno scoperto una strutturata frode ai danni del bilancio dell’Unione Europea e della Regione Siciliana, dando esecuzione ad una misura cautelare personale, nonché al sequestro del profitto illecito pari a 180.000 euro, nonché di un impianto fotovoltaico, del valore oltre 230.000 euro. L’operazione conferma l’attenzione della Guardia di Finanza, quale forza di polizia a competenza generale in materia economico-finanziaria, alla sempre più necessaria tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea nazionali, così recuperando ingenti risorse indebitamente sottratte alle finalità di interesse pubblico, per le quali erano state originariamente destinate. Nel dettaglio, le Fiamme Gialle della Tenenza di Patti, coordinate dal sostituto procuratore Emanuela Scali, sviluppavano complesse investigazioni rispetto ad una articolata frode internazionale, finalizzata ad indebitamente intercettare contributi pubblici, comunitari e regionali, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Regione Sicilia 2007/2013, in relazione alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nel territorio di Montalbano Elicona.

In tale ambito, secondo ipotesi investigativa, emergevano responsabilità penali nei confronti di tre soggetti, un imprenditore ed un ingegnere, messinesi ed una imprenditrice catanese, quest’ultima dimorante a Enna, indagati a vario titolo per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio. Più in particolare, anche all’esito di perquisizioni locali e complesse analisi documentali e bancarie, emergeva come un ingegnere messinese, L.F.S., classe 1977, gestisse, di fatto – attraverso un trust amministrato da una società fiduciaria – una società maltese, secondo ipotesi investigativa esistente solo cartolarmente, in quanto del tutto priva di personale dipendente e di una reale struttura operativa, e come tale schermo giuridico estero fosse stato utilizzato per consentire ad un imprenditore messinese, A.A., classe 1981, operante nella coltivazione di frutti oleosi, non solo l’evasione delle imposte ma, soprattutto, di beneficiare di un contributo AGEA per la produzione di energia da fonti rinnovabili. A tal fine si accertava l’emissione di fatture fittizie per oltre 130.000 euro, asseritamente per l’acquisto di materiali e prestazioni d’opera. Analogamente le indagini documentali, integrate da ulteriore attività istruttoria, consentivano di attribuire analogo comportamento anche all’imprenditrice catanese C.M., classe 1940 la quale, con le medesime finalità, emetteva nei confronti dell’A.A. fatture in tutto o in parte false per oltre 70.000 euro, per la compravendita di due mezzi agricoli. In altri termini, la fittizia documentazione così prodotta veniva annotata nel computo metrico allegato alla domanda per l’ottenimento del pagamento del contributo, presentata dall’A.A. all’Assessorato Regionale all’Agricoltura della Regione Sicilia, inducendo pertanto in errore i relativi funzionari e così ottenendo l’ingiusto profitto, peraltro corrisposto, di circa 180.000 euro sui 237.000 euro di spesa ammessa. Seppur in una fase cautelare – che solo attraverso il contraddittorio tra le parti e le decisione di giudici ulteriori e diversi rispetto al GIP si potrà trasformare in una decisione definitiva in ordine alle responsabilità sino ad ora ipotizzate – i convergenti elementi indiziari raccolti dalle Fiamme Gialle pattesi e condivisi dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sono stati adeguatamente vagliati dal competente Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che, all’esito, ha ritenuto le “articolate consecuzioni di una serie di false fatturazioni inerenti un rapporto tra soggetti fittizi”, “riconducibili ad un unico centro decisionale, anche per mezzo di società di Malta”, un chiaro indice di pericolo di reiterazione delittuosa da parte dell’ingegnere messinese, cui veniva conseguentemente applicata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere e l’attività imprenditoriale, per un periodo di 12 mesi. Con il medesimo provvedimento, inoltre, il medesimo giudice, su conforme richiesta della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, disponeva anche il sequestro finalizzato alla confisca dei circa 180.000 euro indebitamente ottenuti. Ancora, nel medesimo ambito, sempre i finanzieri della Tenenza di Patti hanno altresì sottoposto a sequestro, con separato provvedimento del giudice del tribunale e su richiesta della Procura della Repubblica di Barcellona, anche l’impianto fotovoltaico con annesso biotrituratore, del valore di stima pari ad oltre 230.000 euro.

          Giuseppe Lazzaro

Edited by, giovedì 12 agosto 2021, ore 8,58. 

 

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