Salute&Benessere: Parole e fatti contro il Coronavirus

Non poteva che essere dedicata all’emergenza mondiale del Coronavirus la settimanale puntata della rubrica “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova. “Parole e fatti” contro il virus illustrati dalla dottoressa Salvia e senza inutili repliche di quanto si sente in tv, si legge nei giornali e nei social…

Da biologa, sto seguendo con la massima attenzione lo sviluppo del nuovo coronovarus COVID-19. Come scrivo spesso, oltre a prestare la dovuta considerazione al problema, cerchiamo di capire affidandoci a fonti autorevoli, evitando le “fake news”, che nel settore della salute fanno ancora più male perché potrebbero essere dannose per la nostra stessa vita. Per questo motivo, continuo a consigliare i miei affezionati lettori a mantenersi aggiornati tramite lo specifico sito dell’Istituto Superiore di Sanità (www.epicentro.iss.it/coronavirus), che è costantemente aggiornato, con notizie in italiano provenienti dalle Autorità internazionali.

Le parole usate nella comunicazione del nuovo coronavirus possono generare stereotipi e avere un impatto negativo su chi viene colpito dalla malattia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in collaborazione con Ifrc (International Federation of Red Cross e Red Crescent Societies) e Unesco, ha messo a punto una guida per prevenire e affrontare lo stigma sociale associato a Covid-19. Si raccomanda innanzitutto l’utilizzo di un linguaggio rispettoso delle persone. Per esempio, quando si parla di Covid-19, la malattia non va associata a luoghi o etnie. Il nome ufficiale scelto dall’Oms (Covid-19) evita proprio questo rischio. Bisogna poi evitare di parlare di “casi sospetti”, preferendo l’espressione “persone che potrebbero avere Covid-19”. Fondamentale è trattare il rischio derivante dalla malattia sulla base di dati oggettivi e scientifici senza ripetere o condividere voci non confermate e senza usare un linguaggio sensazionalistico e iperbolico che genera paura. Per alimentare una solidarietà collettiva e diffondere informazioni chiare e corrette, ecco alcuni suggerimenti rivolti agli esperti di comunicazione:

  1. correggere falsi miti e stereotipi;
  2. promuovere l’importanza della prevenzione, delle azioni salvavita, dello screening precoce e della cura;
  3. condividere racconti che generano empatia o storie che umanizzano le difficoltà delle persone colpite dalla malattia;
  4. comunicare supporto e incoraggiamento per tutti quelli che sono impegnati nella risposta a questa epidemia (operatori sanitari, autorità, volontari);
  5. scegliere le parole con attenzione!

DALLE PAROLE POI AI FATTI, ANCHE A TAVOLA!

Le misure di salute pubblica introdotte in questi giorni, che vedono ora come novità alcune misure di “distanziamento sociale”, hanno lo scopo di evitare una grande ondata epidemica, con un picco di casi concentrata in un breve periodo di tempo iniziale che è lo scenario peggiore durante un’epidemia per la sua difficoltà di gestione. Nel caso del coronavirus dobbiamo tenere conto, inoltre, che l’Italia ha una popolazione anziana, peraltro molto più anziana di quella cinese, e bisogna proteggerla il più possibile da contagi. Le misure indicate dalle Autorità quindi vanno seguite nella loro totalità.

Per quanto riguarda gli effetti, le cosiddette misure di “distanziamento sociale” si basano su uno studio pubblicato sul sito dello “European Centre for Disease Prevention and Control”, un’Agenzia dell’Unione Europea, reperibile in inglese al seguente link https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/guide-public-health-measures-reduce-impact-influenza-pandemics-europe-ecdc-menu

L’obiettivo del distanziamento sociale, soprattutto in una situazione come quella attuale in cui non ci sono interventi farmacologici attuabili, è ridurre la velocità di diffusione del virus, spostando in avanti nel tempo il picco epidemico e riducendone il numero complessivo, di fatto ‘spalmando’ i casi su un arco temporale più lungo. Questo porterà benefici riducendo la pressione sul sistema sanitario, che nel caso del Sars-Cov-2 era già stressato dall’impennata dei casi di influenza tipica di questo periodo.

Per misure di distanziamento sociale si intendono diversi tipi di intervento, che vanno ad aggiungersi ad altri provvedimenti come la promozione di una maggiore igiene delle mani: i più comuni sono l’isolamento dei pazienti, l’individuazione e la sorveglianza dei contatti, la quarantena per le persone esposte, la chiusura delle scuole e dei luoghi di lavoro, nonché i provvedimenti che limitano l’assembramento di persone, come le manifestazioni sportive.

Sull’efficacia di questo tipo di misure sono stati condotti diversi studi, molti dei quali condotti su epidemie e pandemie del passato: generalmente si sono dimostrate efficaci, in misura variabile a seconda del contesto. In generale, l’introduzione di ogni provvedimento viene valutato attentamente, perché ognuna delle misure elencate porta dei costi sociali diretti o indiretti che possono essere molto alti.

Dal punto di vista nutrizionale, parallelamente alle altre misure, non è possibile escludere poi la possibilità di rinforzare il nostro sistema immunitario con un’alimentazione sana e bilanciata, principalmente dopo un’attenta valutazione individuale per i soggetti a rischio. Rinforzare il nostro sistema immunitario, è certamente una valida opzione, principalmente per i soggetti più a rischio, sempre secondo le indicazioni di un professionista dell’alimentazione, che possa valutare il quadro clinico individuale.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 6 marzo 2020, ore 18,15. 

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