Salute&Benessere: Risolviamo i problemi della menopausa con la soia?

Risolvere i problemi della menopausa con la soia? Si può. Lo sostiene la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, nella puntata n. 106 della rubrica “Salute&Benessere”…

La menopausa può portare a problemi di salute, anche gravi a livello delle ossa e del cuore, poiché, quando le donne entrano in menopausa, le ovaie cessano di produrre estrogeni. Questa mancanza di estrogeni è scientificamente responsabile di manifestazioni cliniche differenti, alcune immediate, altre a lungo termine. Le modificazioni dei livelli di estrogeni producono delle alterazioni nella termoregolazione, che si manifestano con “vampate di calore” e “sudorazioni notturne”, che affliggono molte donne. Inoltre, la riduzione dei livelli ematici di estrogeni può causare una significativa diminuzione della densità ossea. Gli ormoni naturali sono anche protettivi nei confronti delle malattie cardiache e si ritiene che siano i principali fattori responsabili della bassa incidenza di infarto nelle donne in età fertile.

Dal punto di vista clinico è stata sperimentata una terapia ormonale sostitutiva (Hormone Replacement Therapy-HRT), ma non sempre è facile seguirla, nonostante la ricerca ne abbia dimostrato chiaramente i vantaggi. Le donne che assumono estrogeni dopo la menopausa hanno un minor rischio di patologie cardiache e di fratture ossee. Gli estrogeni possono anche aiutare a diminuire il fastidio delle “vampate di calore” di cui alcune donne soffrono durante la menopausa. Ma poiché la terapia estrogenica presenta effetti collaterali acuti e può anche aumentare il rischio di cancro della mammella, molte donne si chiedono se i rischi non siano superiori ai vantaggi. E’ questa chiaramente una scelta di natura medica, che va fatta con il proprio medico di fiducia.

Per fortuna l’alimentazione ci è venuta incontro. Infatti, negli ultimi anni, si è sviluppato un interesse, tra i ricercatori, nei confronti di possibili terapie alternative che presentino vantaggi simili a quelli degli estrogeni. Questo interesse ha spinto a focalizzarsi verso un alimento cardine della dieta vegetariana: la soia, che è ricca di estrogeni vegetali (fitoestrogeni) ed è una delle poche fonti alimentari di un particolare tipo di fitoestrogeni, denominati isoflavoni. Si tratta di composti con una struttura simile all’estradiolo, il principale estrogeno prodotto dalle ovaie.

Oggi la scienza medica si sta chiedendo: estrogeni o cibi a base di soia?

Da un punto di vista della salute, la terapia ormonale sostitutiva desta serie preoccupazioni, sia perché molte donne non la seguono abbastanza a lungo per ottenerne importanti benefici clinici, sia per i precoci effetti collaterali. In particolare, le preoccupazioni per il tumore della mammella rendono preoccupante l’ipotesi di una terapia a lungo termine a base di estrogeni.

I cibi a base di soia costituiscono un’alternativa valida? Non abbiamo ancora la risposta certa, ma evidenze cliniche suggeriscono che potrebbero apportate alcuni degli effetti terapeutici positivi degli estrogeni. I cibi a base di soia sono certamente un importante supplemento dietetico per le donne che decidono di non seguire la terapia ormonale sostitutiva.

Quanta soia è necessario assumere? Non è facile stabilire una dose raccomandata specifica. Potrebbe dipendere da diverse condizioni della singola paziente e dal quadro clinico dell’interessata. E’ importante quindi rivolgersi ad un professionista dell’alimentazione, come un nutrizionista per stilare un piano alimentare individuale, ricordando sempre che la salute passa da un’alimentazione corretta!

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

 Edited by, venerdì 7 giugno 2019, ore 18,06.

 

 

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