Barcellona P.G.: Omicidio-Rizzotti (1990). Messina condannato a 30 anni, assolto Abbate

Il Gup del Tribunale di Messina FRANCESCO TORRE, con il rito abbreviato, ha condannato a 30 anni di reclusione RENZO MESSINA e assolto (condannandolo a 8 anni per associazione mafiosa) DOMENICO ABBATE, accusati di omicidio. Si tratta di due presunti affiliati al clan dei “Barcellonesi” accusati di avere ucciso e fatto sparire, l’8 aprile 1990, il camionista di 23 anni SEBASTIANO RIZZOTTI (foto in alto), vittima di lupara bianca al tempo della faida tra le cosche barcellonesi. Il servizio…

Una condanna pesante e un’assoluzione. Il Gup del Tribunale di Messina Francesco Torre, con il rito abbreviato, ha condannato a 30 anni di reclusione Renzo Messina, 53 anni, accusato di omicidio e associazione mafiosa mentre è stato assolto dall’accusa di omicidio con formula piena, per non avere commesso il fatto, Domenico Abbate, 52 anni che è stato condannato a 8 anni per associazione mafiosa quale presunto affiliato al clan dei “Barcellonesi”.

Il rito ha fatto riferimento all’omicidio di Sebastiano Rizzotti, 23 anni, camionista di Barcellona, scomparso nel nulla l’8 aprile 1990 e ritenuto una delle tante vittime di lupara bianca contate, e molte non ritrovate, nel Longano tra il 1986 e il 1993, al tempo della faida tra cosche “vecchie” ed emergenti.

L’accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore della Dda di Messina Francesco Massara, aveva chiesto per entrambi gli imputati la condanna a 30 anni. Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza soprattutto per capire l’assoluzione di Abbate. I due imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Lo Presti, Tommaso Autru Ryolo e Giuseppe Cicciari.

L’8 marzo dello scorso anno i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Messina eseguirono l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Dda, a carico di Domenico Abbate e Renzo Messina, ritenuti vicini al clan mafioso dei “Barcellonesi” quando furono accusati dell’omicidio di Sebastiano Rizzotti che sarebbe stato ucciso e il suo cadavere nascosto poiché i barcellonesi sospettavano fosse vicino al clan avversario dei “chiofaliani” e perché aveva rubato a una ditta del luogo “protetta” dalla cosca di Barcellona Pozzo di Gotto. Abbate e Messina avrebbero avvicinato la vittima e l’avrebbero portata con un pretesto in una campagna in cui ad attenderla c’erano i vertici del clan che, dopo un interrogatorio, ne avrebbero decretato l’uccisione. Quel pomeriggio, prima del fatale appuntamento, il camionista disse alla madre e alla fidanzata, prima di uscire da casa, che sarebbe tornato di lì a poco.

          Giuseppe Lazzaro

Edited by, giovedì 25 maggio 2023, ore 11,36. 

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