Un imprenditore di Capo d’Orlando, A.P. le iniziali delle generalità, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Messina che ha ribaltato la condanna di primo grado. L’accusa era di maltrattamenti contro la ex moglie. Dichiarato il non luogo a procedere per lesioni. Il servizio…
Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud
Condannato in primo grado, pienamente assolto in secondo. La Corte d’Appello di Messina (presidente Bruno Sagone, consigliere estensore Maria Teresa Arena) ha assolto con formula piena A.P., imprenditore di Capo d’Orlando, dal reato di maltrattamenti, ha dichiarato il non luogo a procedere per il reato di lesioni pur riconoscendo che la dinamica del reato era quella raccontata dallo stesso imputato, cioè quella di un semplice incidente e, di conseguenza, ha disposto la contestuale revoca delle statuizioni civili. In primo grado il 31 ottobre 2022, al Tribunale di Patti, A.P. era stato condannato alla pena (sospesa) di 1 anno e 8 mesi di reclusione e al risarcimento di 15.000 euro in favore della ex moglie, P.M., per i reati di maltrattamenti e lesioni personali. L’imputato è stato difeso dagli avvocati Giuseppe e Giovanni Tortora, rispettivamente padre e figlio, mentre la presunta vittima si era costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Walter Mangano. In appello i difensori censuravano la decisione di primo grado laddove non venivano tenuti in considerazione alcuni elementi probatori importantissimi a discapito dell’uomo, emersi con chiarezza nel corso dell’istruttoria dibattimentale. E cioè, la contraddittorietà delle dichiarazioni rese nei vari gradi del procedimento dalla persona offesa; la mancanza di qualsivoglia riscontro fra quanto dalla donna narrato e quanto dichiarato dagli altri testimoni, che hanno reso dichiarazioni vaghe ed imprecise, pur avendo affermato sin dall’inizio di avere assistito personalmente agli episodi vessatori che si sarebbero verificati, secondo l’accusa, tempo addietro. E ancora, copiose trascrizioni di conversazioni sulla messaggistica WhatsApp intercorse fra l’imputato e uno dei testimoni della stessa parte civile, avvenute proprio nel periodo in cui avrebbero avuto luogo i presunti maltrattamenti, e che sostanzialmente smentivano in pieno la colpevolezza dell’imprenditore; infine, la non credibilità della dinamica con cui sarebbe stato perpetrato il reato di lesioni. Grande soddisfazione per la sentenza di assoluzione è stata espressa dagli avvocati Tortora per essersi acclarata la verità in un caso così delicato.
Edited by, sabato 6 maggio 2023, ore 8,56.