L’omicidio di Letojanni: Convalidato l’arresto del 18enne. Movente: incontri sessuali a pagamento

Il Gip del Tribunale di Messina SIMONA FINOCCHIARO ha convalidato il fermo, ed emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di FERES BAYAR (foto in alto a dx), diciottenne di origine tunisina, accusato dell’omicidio aggravato di MASSIMO CANFORA (foto in alto a sx), il 56enne operatore ecologico della Loveral, ucciso a coltellate la mattina dello scorso 18 agosto nella sua abitazione di Letojanni. Incontri sessuali a pagamento il possibile movente con la probabile assunzione di cocaina da parte del giovane adesso rinchiuso nel carcere di Messina Gazzi…

Il Gip del Tribunale di Messina Simona Finocchiaro ha convalidato il fermo, ed emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di Feres Bayar, diciottenne di origine tunisina, nato a Taormina e residente a Letojanni, accusato dell’omicidio aggravato di Massimo Canfora, il 56enne operatore ecologico della Loveral, ucciso a coltellate la mattina dello scorso 18 agosto nella sua abitazione, che divideva con il fratello, di Letojanni. E nell’ordinanza di custodia cautelare spiccata dal giudice, emerge anche il presunto movente sfociato nel secondo omicidio avvenuto in provincia di Messina nel 2022 dopo quello accaduto a Fiumedinisi alcune settimane fa: come si era sospettato dall’inizio, o comunque come prima pista battuta dagli inquirenti, alla base ci sarebbero incontri sessuali a pagamento con l’aggiunta di consumo di cocaina.

Il fermo nei confronti del giovane era stato disposto, la notte dopo il delitto, dal sostituto procuratore di Messina Alessandro Liprino che coordina le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Taormina. Il ragazzo, come scrive il Gip, ha ucciso con un coltello da cucina trovato in casa il netturbino Massimo Canfora in un appartamento di un palazzo di via Nenzi al civico 8, dopo un quarto d’ora d’ordinaria follia accentuata probabilmente dall’uso di cocaina. E a casa del diciottenne c’erano ancora i suoi vestiti sporchi di sangue e con una ferita alla mano. Nel provvedimento ci sono alcuni elementi importanti che il giudice riporta nella ricostruzione con l’ausilio delle testimonianze dei vicini di casa, dei video delle telecamere di zona e, soprattutto, del racconto del vicino di casa di Canfora e dell’amico di Bayar che in quei momenti si è trovato con il presunto omicida proprio nell’appartamento di sotto, insieme ad una terza persona che era lì con l’intento di assumere droga e ha raccontato ai carabinieri la sua versione dei fatti. E il Gip non ha creduto alle varie versioni fornite dal presunto omicida, in particolare quella che, preso dal panico, sarebbe fuggito dopo avere trovato la porta dell’abitazione dei Canfora aperta e vedendo il cadavere insanguinato dell’operatore ecologico e che si trovava in quel palazzo per fare visita ad un amico tunisino che abita al piano superiore. “Ci sono perfino testimoni – scrive il Gip -, che hanno dichiarato di aver visto uscire sul balcone dell’abitazione di Canfora un ragazzo, completamente nudo, scuro di carnagione, con i capelli scuri, corti e mossi, con in mano un oggetto che mi è sembrato essere un coltello”. E identificandolo, appunto, nel diciottenne adesso ristretto nel carcere di Messina Gazzi. E sul possibile movente, il Gip Finocchiaro scrive “…che deve individuarsi verosimilmente in contrasti economici sorti nell’ambito di una relazione omosessuale occasionale tra la persona offesa e l’indagato, il quale a sua volta si trovava in stato di alterazione psicofisica per aver fatto uso di cocaina».

        Giuseppe Lazzaro

Edited by, mercoledì 24 agosto 2022, ore 12,11. 

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