Carcere confermato, al Tribunale del Riesame di Catania, per la stragrande maggioranza degli indagati (16+5 ai domiciliari) dell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Randazzo “Terra bruciata” scattata il 26 ottobre 2022 (in archivio, sul link Sicilia News, gli articoli di riferimento). In alto un frame del video dell’operazione diffuso dai carabinieri. Il servizio…
Carcere confermato al Tribunale del Riesame di Catania per la stragrande maggioranza degli indagati dell’operazione dei carabinieri di Randazzo “Terra bruciata” scattata il 26 ottobre 2022. Il TdR ha valutato l’attualità delle esigenze cautelari a loro carico, ha confermato la custodia in carcere per 16 persone mentre per i restanti 5 ha disposto gli arresti domiciliari.
L’indagine che ha fotografato il periodo compreso tra il luglio 2018 e il gennaio 2021 ha consentito di monitorare le evoluzioni delle dinamiche associative del clan Laudani, anche noti come «mussi i ficurinia», individuandone, allo stato degli atti, l’attuale «responsabile per l’area di Randazzo» in Salvatore “Turi” Sangani, assieme ai due figli. La notizia della decisione del Tribunale della Libertà è arrivata ieri, nel giorno del trentesimo anno del triplice omicidio di Antonio Spartà, 57 anni e i suoi due figli, Pietro Vincenzo di 26 e Salvatore di 19 anni. Per quel delitto, avvenuto in un ovile di Randazzo, la Cassazione nel 2006 ha condannato all’ergastolo Oliviero Sangani.
La svolta nel delitto dei pastori Spartà che si erano ribellati al racket del “pizzo” imposto dalla cosca Sangani avvenne molti anni dopo: fu la sorella nonchè figlia degli Spartà, Rita, a denunciare durante una puntata del Maurizio Costanzo Show su Canale 5. Era il 1997 e Rita ricorda: «E’ rimasto sempre quel dolore che è cominciato quella maledetta sera, un dolore sempre presente. Sono rimaste la paura e la disperazione. Ma tante cose sono cambiate, la gente è migliorata nel mio paese, lo vedo negli occhi e nei sorrisi che mi rivolgono quando sono per strada. Trent’anni fa non era così, è cambiato il loro modo di guardarmi, di apprezzarmi e di stimarmi. E quando lo chiamo il «mio paese» non è per un senso di proprietà ma di appartenenza. Gli inetti, la gentucola c’è sempre dappertutto ma quella non voglio neanche combatterla. Quella gente che in tutti questi anni si è sempre chiesta: ma questa cosa vuole?». Alla domande se mai dovesse concedere il perdono Rita è categorica: «Mai. Io non aspiro alla santità. Io non voglio essere una santa. Loro non hanno bisogno del mio perdono perchè sono privi di umanità, sono delle belve. Io non perdonerò mai. E se domani dovesse venire Dio e mi dicesse «Tu perdonali che io te li faccio incontrare», io gli risponderei «Dio, io ti ringrazio ma dopo il calvario che mi hai fatto subire non li perdonerò mai. Prenditi la mia vita e fai tornare mio padre e i miei fratelli».
Giuseppe Lazzaro
Edited by, lunedì 23 gennaio 2023, ore 10,52.