Op. “Alastra”: Condanne in appello quasi tutte confermate anche per due affiliati al clan Farinella di Castel di Lucio e Tusa

La Terza sezione della Corte d’Appello di Palermo ha confermato quasi tutte le condanne emesse in primo grado nell’ambito dell’operazione “ALASTRA”, scattata il 30 giugno 2020 e che ha colpito il clan mafioso dei Farinella di San Mauro Castelverde. Tra di loro condanna confermata per due affiliati al clan dei Nebrodi: ANTONIO ALBERTI (foto in alto a sx), di Castel di Lucio, a 10 anni di reclusione e GIOACCHINO SPINNATO (foto in alto a dx), di Tusa, a 4 anni. Tutti i dettagli nel servizio…

Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud

La Terza sezione della Corte d’Appello di Palermo (presidente Antonio Napoli) ha confermato quasi tutte le condanne emesse in primo grado nell’ambito dell’operazione “Alastra”, scattata il 30 giugno 2020 e che ha colpito il clan mafioso dei Farinella di San Mauro Castelverde. Nell’elenco delle persone condannate ci sono anche Antonio Alberti, di Castel di Lucio, la cui pena è stata confermata a 10 anni di reclusione e Gioacchino Spinnato, di Tusa, condannato a 4 anni. Quindi gli altri imputati che si sono vista confermata la condanna sono: Giuseppe Farinella, di San Mauro Castelverde, a 12 anni e Francesco Rizzuto a 10 anni. Per un altro imputato, Mario Venturella, difeso dall’avvocato Domenico La Blasca, in primo grado condannato a 8 anni e 10 mesi, sono cadute le accuse più gravi quali associazione mafiosa ed estorsione ed è rimasto solo quella di danneggiamento e, quindi, la pena è stata ridotta a 2 anni ed è stato scarcerato. Giuseppe Scialabba è stato assolto da un capo d’imputazione: la sua condanna è così passata da 16 anni del primo grado a 15 anni e 10 mesi. Domenico “Mico” Farinella, considerato il reggente del clan e padre del suddetto Giuseppe, aveva rinunciato all’appello e la condanna a 6 anni è diventata definitiva. La Corte d’Appello ha confermato i risarcimenti alle costituite parti civili: i comuni di Castelbuono, Pollina e Castel di Lucio, oltre che al Centro Pio La Torre e alle associazioni Sos Impresa, Solidaria, Caponnetto, Fai (Federazione antiracket italiana), Acis (Associazione commercianti e imprenditori santagatesi), Rete per la legalità Sicilia, Addiopizzo, avvocato Salvatore Caradonna, Confcommercio, Confesercenti e Sicindustria. In primo grado le condanne erano state decise, con il rito abbreviato, dal Gup del Tribunale di Palermo Ermelinda Marfia e che aveva assolto Rosario Anzalone, Vincenzo Cintura e Arianna Forestieri. A parte Alberti e Spinnato, si tratta di imputati residenti a San Mauro Castelverde, Pollina, Termini Imerese e Palermo. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata e tra capi e presunti affiliati al clan dei Farinella di San Mauro Castelverde che avrebbe imposte le estorsioni ad imprenditori a cavallo tra i Nebrodi e le Madonie. Davanti al Tribunale di Termini Imerese si sta svolgendo il processo con il rito ordinario (prossima udienza 10 febbraio) dove sono imputati Antonio Giuseppe Dimaggio, di Tusa e l’ispettore della polizia penitenziaria Giuseppe Rubbino. Secondo l’accusa il Dimaggio, insieme a Gioacchino Spinnato e Giuseppe Scialabba, mediante minaccia avrebbero appoggiato un pacchetto di fiammiferi sulla tanica di benzina davanti all’auto di Nunzio Giambelluca, “per costringerlo a recedere dalle pretese azionate nei confronti dello stesso Dimaggio con il giudizio civile instaurato per la regolamentazione dei confini e le dichiarazioni dei diritti dei proprietari dei fondi limitrofi”. L’ispettore Rubbino è invece accusato di corruzione perché, nella veste di pubblico ufficiale ed in servizio al carcere di Voghera, avrebbe accettato il regalo di un orologio da parte di Domenico Farinella “quale ricompensa per avere posto in essere un atto contrario ai doveri di ufficio consistito, nel trasmettere, su richiesta del Farinella (lì detenuto ndc) alcune richieste ed informazioni ad un altro detenuto e riportare la risposta…Con l’aggravante di avere posto in essere la condotta al fine di agevolare il sodalizio mafioso”.

Edited by, mercoledì 25 gennaio 2023, ore 11,27. 

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