Op. “Athena”: Il TdR accoglie il ricorso della Procura. Arresti domiciliari per il sindaco di Paternò che può ricorrere in Cassazione

A cinque mesi e mezzo di distanza dall’operazione, denominata “ATHENA”, il TdR di Catania ha accolto il ricorso della Procura e ha disposto gli arresti domiciliari per il sindaco di Paternò (CT) NINO NASO (foto in alto), indagato a piede libero. Il primo cittadino, che può ricorrere in Cassazione avverso il provvedimento cautelare, è accusato di scambio politico-mafioso. Il servizio sul link Sicilia News…

La vicenda su mafia e politica a Paternò si arricchisce di un nuovo tassello. Con una sentenza depositata stamane il Tribunale del Riesame di Catania ha accolto il ricorso della Procura di Catania sul sindaco di Paternò Nino Naso, sull’ex assessore Salvatore Comis e su Pietro Cirino. La decisione del TdR dispone gli arresti domiciliari nei confronti del primo cittadino ma è sospesa perché è passibile di impugnazione davanti alla Cassazione. I tre uomini politici sono accusati di avere stretto legami con esponenti del clan Laudani per avere un vantaggio dal punto di vista politico ed elettorale.

Gli altri due indagati sono presunti esponenti del clan Morabito-Benvegna legato alla famiglia Laudani di Catania: Vincenzo Morabito e Natale Benvenga.

In cambio di voti, secondo l’accusa, il sindaco di Paternò avrebbe favorito l’assunzione di due persone vicine al clan nell’azienda di raccolta rifiuti del centro centro. In più, la nomina di Comis ad assessore, è sempre la tesi dell’accusa, sarebbe stata funzionale a favorire i Laudani in settori di proprio interesse.

Le tesi dell’accusa sono state accolte in pieno dal Tribunale del Riesame, che si era riunito giovedì scorso per esaminare il ricorso della Procura e ascoltare i difensori degli indagati. Nella sentenza, il tribunale entra nel merito delle tesi difensive e conferma l’impianto dell’accusa. La Procura aveva fatto ricorso contro la decisione del Gip del Tribunale di Catania, all’indomani dell’operazione “Athena”, scattata a metà aprile scorso, di non concedere le misure cautelari per Naso, Comis e Cirino. Il Gip aveva stabilito che non esistessero gli indizi di reato a carico degli uomini politici.

Secondo il Tribunale del Riesame (presidente Giuliana Sammartino), invece, “risulta ricostruibile in via induttiva e con la consistenza dei gravi indizi il raggiungimento di un patto illecito fra il sindaco Naso e, tramite il Cirino, la consorteria dei Morabito-Benvegna”.

           g.l.

Edited by, lunedì 30 settembre 2024, ore 14,22. 

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