Terme Vigliatore: Il caporalato nei vivai. Uno degli arrestati torna libero, ai domiciliari gli altri tre

Torna in libertà l’imprenditore florovivaistico SALVATORE GIUNTA, 47 anni, di San Biagio, frazione di Terme Vigliatore, che era stato arrestato martedì scorso dai carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore, nell’ambito dell’ampia inchiesta della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore Giuseppe Verzera, che verte sui presunti casi di caporalato nelle aziende florovivaistiche di Terme Vigliatore fino a Milazzo. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Barcellona GIUSEPPE CARISTIA. Restano ai domiciliari gli altri tre arrestati. Il servizio…

Torna in libertà l’imprenditore florovivaistico Salvatore Giunta, 47 anni, di San Biagio, frazione di Terme Vigliatore, che era stato arrestato martedì scorso dai carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore, nell’ambito dell’ampia inchiesta della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore Giuseppe Verzera, che verte sui presunti casi di caporalato nelle aziende florovivaistiche di Terme Vigliatore fino a Milazzo.

Il Gip del Tribunale di Barcellona Giuseppe Caristia ha disposto nei confronti del solo Giunta la revoca della misura cautelare nei suoi confronti al termine dell’interrogatorio di garanzia. Salvatore Giunta, difeso dall’avvocato Sebastiano Campanella, ha fornito – secondo il giudice – “plausibili spiegazioni alternative” agli episodi contestati, non smentite dagli atti e tali da non soddisfare lo standard probatorio richiesto dal Codice di procedura penale. Nell’ordinanza, il giudice richiama la giurisprudenza della Cassazione secondo cui i gravi indizi di colpevolezza devono presentare un livello tale da fondare una “qualificata probabilità di responsabilità” dell’indagato. Una soglia che, allo stato, non sarebbe stata raggiunta nel caso di Giunta, con la conseguente necessità di revocare la misura. Diversa la posizione degli altri tre indagati, per i quali restano in vigore gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Si tratta del tunisino Salem Mizouri, 48 anni, residente a Furnari ed i fratelli Giuseppe e Salvatore Valenti, rispettivamente di 48 e 42 anni, titolari di aziende florovivaistiche, indagati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e violazione delle disposizioni contro le immigrazioni clandestine.

Il provvedimento è scaturito da indagini condotte dai carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore e del Nucleo Operativo e Radiomobile della predetta Compagnia, nonché coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto – guidata dal Procuratore capo Giuseppe Verzera – da cui è emerso che circa dieci extracomunitari tunisini, in stato di bisogno, erano giunti illecitamente in Italia, per poi essere sfruttati in quattro aziende florovivaistiche.

In particolare, è stato accertato che il tunisino 48enne, approfittando dello stato di bisogno dei predetti connazionali, avrebbe organizzato il loro arrivo e la loro permanenza in Italia sulla base di fittizie richieste di assunzione presentate dai citati imprenditori, ricevendo in cambio somme di denaro. Tra l’altro l’indagato si sarebbe avvalso anche della complicità dei titolari di un patronato e di un centro servizi affiliato presso i cui istituti sono state contestualmente eseguite locali perquisizioni e notificate due informazioni di garanzia per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, i quali in cambio di denaro avrebbero istruito le relative pratiche pur essendo consapevoli dell’irregolarità della documentazione presentata, eludendo il cosiddetto “Decreto Flussi”. In tale quadro, i titolari delle aziende florovivaistiche avrebbero impiegato i citati lavoratori in condizioni di sfruttamento, violando i contratti collettivi di lavoro in relazione agli orari (10 ore al giorno senza pause, anziché 6 ore e 40 minuti), alle retribuzioni (5 euro all’ora anziché 16) e ai turni di riposo, nonché ignorando le prescrizioni in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro riferite agli ambienti dove erano costretti a vivere. Le indagini dei carabinieri hanno infatti consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, consentendo all’Autorità giudiziaria di emettere una misura cautelare nei loro confronti. Complessivamente si procede nei confronti di 10 indagati (i 4 arrestati+6 a piede libero) che, a vario titolo, hanno concorso nelle condotte illecite sopra descritte.

             g.l.

Edited by, sabato 15 novembre 2025, ore 14,10. 

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