SALUTE&BENESSERE: OMOCISTEINA ALTA, CHE RISCHI!

Prima della pausa pasquale la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, affronta l’argomento degli alti rischi legati all’omocisteina alta. Il servizio…

La rubrica “Salute&Benessere” va adesso in pausa per una settimana e riprenderà le pubblicazioni venerdì 5 aprile.

L’omocisteina è un amminoacido presente nel nostro sangue, in condizioni fisiologiche, in concentrazioni pari a 5-12 micromoli per litro (?mol/L).

Si tratta di un intermedio metabolico, ovvero una molecola che deriva dal metabolismo di un nutriente, e ad alte concentrazioni è dannoso per il nostro organismo.

L’omocisteina deriva dalla trasformazione della metionina, amminoacido essenziale che il nostro organismo non produce e che pertanto dobbiamo assumere dagli alimenti.

Perché i suoi valori aumentano e quali sono i rischi per la nostra salute?

Quando i valori di omocisteina superano quelli fisiologici si parla di iperomocisteinemia e i sintomi di questo disturbo includono: diarrea, stanchezza cronica, vertigini, pallore, scarso appetito, accelerazione del battito cardiaco, fiato corto, dolore alla bocca e alla lingua e formicolio e intorpidimento agli arti.

Può risultare difficile diagnosticare un eccesso di omocisteina perché questi sintomi non sono specifici.

L’unico sistema valido è quindi effettuare un prelievo di sangue per verificarne i valori.

Una diagnosi precoce permette di intervenire in tempo ed evitare le conseguenze più gravi dell’iperomocisteinemia quali infarto, ictus e aterosclerosi.

L’omocisteina, infatti, è un indicatore del rischio cardiovascolare e neurologico e i valori sono direttamente proporzionali al rischio.

Ad aggravare la situazione è la presenza di diabete, ipertensione e ipercolesterolemia, altri fattori di rischio cardiovascolare.

Il meccanismo tramite il quale l’omocisteina condiziona la nostra salute non è ancora ben chiaro ma sembrerebbe capace di trasformare il colesterolo buono HDL in colesterolo cattivo LDL il quale, accumulandosi nelle pareti dei vasi, porta, con il tempo, ad aterosclerosi.

Sono invece ben note le cause dell’eccessiva concentrazione di omocisteina, tra cui fumo, alcol, sedentarietà, fattori genetici, farmaci particolari e carenze vitaminiche del gruppo B.

Le vitamine B9 (acido folico), B6 e B12 trasformano infatti l’omocisteina in altri prodotti, abbassandone i livelli ematici.

Il deficit di queste molecole può essere dovuto a carenze nutrizionali, malassorbimento, ad aumentato fabbisogno o all’utilizzo di farmaci loro antagonisti, come il metotrexato.

Se la carenza di vitamina B6 è rara poiché questo nutriente si trova in moltissimi alimenti, è frequente, invece, quella di vitamina B12, soprattutto in chi segue un’alimentazione vegana.

In caso di omocisteina alta dobbiamo quindi provvedere ad assumere un’adeguata quantità di acido folico, vitamina B6 e vitaminaB12.

Le carenze di questi nutrienti possono essere facilmente risolte seguendo un’alimentazione equilibrata e attraverso l’assunzione di integratori.

Alimenti particolarmente ricchi di folati sono: broccoli, carciofi, ceci, fagioli, asparagi, lattuga, uova e spinaci.

La vitamina B6 è abbondante nella carne, nel pesce, nei cereali integrali, nelle uova e nel latte, mentre la vitamina B12 è presente solo negli alimenti di origina animale. Ed ecco perche quest’ultima è carente nei vegani.

Il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico di fiducia per un eventuale dosaggio dell’omocisteina e al proprio nutrizionista di fiducia per colmare le carenze alimentari che causano un eventuale innalzamento dei valori. Solo così facendo si ridurrà il rischio cardiovascolare che ne deriva.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 22 marzo 2024, ore 17,05. 

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