Scoperto il covo di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara. Il boss in carcere a L’Aquila

Foto in alto: il covo scoperto a Campobello di Mazara. Nelle foto in basso il collage sull’arresto di ieri di quello che era il ricercato numero 1 in Italia: MATTEO MESSINA DENARO…

I carabinieri del Ros e la Procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri, alla clinica “La Maddalena” di Palermo. E’ a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia. Il nascondiglio è nel centro abitato, in vicolo San Vito (ex via Cv31). Messina Denaro viveva in una casa che negli ultimi mesi, dopo il trasferimento dei proprietari, è rimasta disabitata. Le ricerche sono state coordinate dal Procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido che da anni indaga sull’ex latitante di Cosa nostra.

La perquisizione del covo è durata tutta la notte, ha partecipato personalmente il Procuratore aggiunto Guido. L’edificio è stato setacciato palmo a palmo e ora è presidiato dai carabinieri. Alle 8,30 al covo sono arrivati gli uomini del Reparto investigazioni scientifiche di Messina. Non è ancora noto cosa sia stato trovato all’interno.

Centro di 11.000 abitanti in provincia di Trapani, Campobello di Mazara è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia. L’individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del capomafia. E non solo. Diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto, avvenuto a Palermo la mattina del 15 gennaio 1993, fatti sparire perché la casa, a differenza di ora, non venne perquisita.

Intanto, Messina Denaro è sbarcato ieri sera con un volo militare all’aeroporto di Pescara. L’ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell’Aquila poiché è una struttura di massima sicurezza, ha già ospitato personaggi di spicco e anche perché nell’ospedale del capoluogo abruzzese c’è un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso autorità e istituzioni sarebbero state allertate. Il supercarcere aquilano accoglie reclusi in regime di 41 bis, il “carcere duro”. All’Aquila sono stati ospitati detenuti “eccellenti” condannati per reati di mafia, come Leoluca Bagarella – sta scontando l’ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo della Nuova camorra organizzata, Francesco Schiavone detto “Sandokan” (esponente del clan dei Casalesi), esponenti del clan siciliano dei Madonia e, in ultimo, Felice Maniero della cosiddetta Mala del Brenta, detto “faccia d’angelo”, all’Aquila in regime di semi libertà. All’Aquila ha fatto tappa in alcune occasioni anche Totò Riina.

         g.l.

Edited by, martedì 17 gennaio 2023, ore 9,55. 

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