Milazzo: Finanziere condannato a 7 anni e mezzo per estorsione alla madre di un tossicodipendente

Si trova ristretto in carcere da cinque mesi il brigadiere capo della guardia di finanza di Milazzo GIUSEPPE SOTTILE, adesso condannato a 7 anni e 6 mesi, dal Gup del tribunale di Barcellona (foto in alto) ANTONINO ORIFICI, con il rito abbreviato, per l’accusa di estorsione alla madre di un tossicodipendente. Il servizio…

Il Gup del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto Antonino Orifici, su richiesta del pm Carlo Bray, al termine del processo con il rito abbreviato che ha consentito all’imputato uno sconto di pena pari ad un terzo, ha condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione il brigadiere capo della guardia di finanza Giuseppe Sottile, 51 anni, abitante nella frazione Santa Marina di Milazzo nei pressi della casa della vittima presa di mira. Il sottufficiale è stato ritenuto autore del reato di estorsione aggravata in concorso con un complice calabrese che avrebbe svolto il ruolo di emissario. Il militare della GdF, per portare a termine l’estorsione nei confronti della madre di un tossicodipendente rivoltasi a lui per liberare il figlio dal vortice della droga, avrebbe agito in concorso con il calabrese Emanuele Laganà, che nella vicenda avrebbe svolto le funzioni di emissario (per lui un diverso procedimento penale in quanto lo stesso complice, a seguito di intercettazioni, venne arrestato e condannato a 6 anni di reclusione il 4 luglio 2020, fatto che non fu reso noto perché all’epoca segretato). Il complice calabrese del finanziere era caduto nella trappola tesa dai carabinieri mentre ritirava una borsa con 12.000 euro che la vittima presa di mira aveva depositato – come da istruzioni telefoniche impartite dallo stesso emissario – in una edicola votiva di via Bastione a Milazzo. Complice che lo stesso finanziere, presunto ideatore dell’attività estorsiva, avrebbe reclutato e istruito durante la sua attività lavorativa svolta a Reggio Calabria. Il sottufficiale, rinchiuso in carcere dal 21 settembre del 2022, era stato in servizio a Reggio Calabria dove aveva conosciuto Emanuele Laganà che aveva avuto pregiudizi giudiziari. Ad arrestarlo erano stati i carabinieri della Compagnia di Milazzo in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Carlo Bray ed emessa dal Gip del tribunale di Barcellona Giuseppe Sidoti. Oltre alla pena di 7 anni e 6 mesi, il brigadiere capo Giuseppe Sottile è stato condannato al risarcimento dei danni, per complessivi 30.000 euro, da liquidare nei confronti delle due vittime, la madre presa di mira, cui sono stati estorti 12.000 euro con la promessa di successive consegne di denaro ed il figlio che nel procedimento si sono costituiti parte civile con il patrocinio degli avvocati Filippo Alessi e Giuseppe Sofia. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Giovanbattista Freni, che nel procedimento aveva avanzato eccezioni preliminari, ricorrerà in appello. La madre del tossicodipendente voleva infatti salvare il figlio, abituale consumatore di cocaina, che aveva avuto diagnosticata una grave patologia di salute mentale derivante dall’uso dello stupefacente. Il figlio fa parte di una famiglia di vivaisti di Milazzo che avevano trasferito l’attività al giovane, fornendogli anche denaro che il giovane avrebbe in parte utilizzato per comprare cocaina. Il finanziere era stato contattato dalla donna, vicina di casa, che gli aveva chiesto aiuto per tenere lontani dal figlio gli spacciatori di cocaina. Da quel momento, dopo l’intercessione, la donna avrebbe ricevuto numerose telefonate del complice del finanziere che si presentava come mediatore sostenendo che il figlio aveva debiti con spacciatori per 38.000 euro.

Leonardo Orlando, da gazzettadelsud.it

Edited by, giovedì 23 febbraio 2023, ore 18,14. 

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