Castel di Lucio: Omicidio del 2005. Dopo oltre 15 anni assolto definitivamente Gaetano Iudicello

Condannato in primo grado a 18 anni, in appello a 16 anni e mezzo, sentenza annullata in Cassazione, assolto nell’appello-bis e assolto, adesso, definitivamente con il ricorso della Procura Generale dichiarato inammissibile nel secondo passaggio in Cassazione (foto in alto la sede a Roma). Dopo oltre 15 anni si è conclusa l’odissea giudiziaria di GAETANO IUDICELLO, allevatore di Castel di Lucio, che era stato accusato di avere ucciso, nel settembre 2005 in territorio di Mistretta con un colpo di fucile, il compaesano GIOVANNI NICOLOSI. E adesso resta un omicidio senza colpevole…

Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud (edizione di venerdì 22 gennaio 2021)

Dopo oltre quindici anni ed una infinità di processi in tutti e tre i gradi di giudizio, si è conclusa l’odissea giudiziaria di Gaetano Iudicello, 60 anni, allevatore di Castel di Lucio. La V Sezione Penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura Generale e confermando, di fatto, la sentenza di assoluzione dell’uomo, accusato di omicidio, emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Ma l’iter per arrivare al verdetto definitivo è stato tortuoso. L’imputato, difeso dagli avvocati Antonino Iudicello (foro di Palermo) e Antonio Costa (foro di Roma), in primo grado, con il rito abbreviato, era stato condannato a 18 anni di reclusione dal Gup Claudio Baratta, dell’allora Tribunale di Mistretta (poi confluito in quello di Patti). Successivamente la Corte d’Appello di Messina ridusse la condanna a 16 anni e mezzo ma confermando, in pratica, il teorema accusatorio. Ma ecco il primo colpo di scena. Iudicello si protesta sempre innocente e intanto la Cassazione annulla, con rinvio, la condanna riportata in appello e gli atti finiscono, come da prassi nel distretto giudiziario di Messina, a Reggio Calabria dove si celebra il processo d’appello-bis dove dopo otto udienze e il riesame di alcuni testi escussi in precedenza e l’inserimento di nuovi, l’uomo viene assolto per non avere commesso il fatto. Tutto questo avviene nel 2017, quindi la Procura Generale reggina presenta ricorso in Cassazione ma la Suprema Corte, come detto, lo ritiene inammissibile e, sostanzialmente, manda definitivamente assolto Gaetano Iudicello.

I fatti accaddero il 15 settembre 2005 nelle campagne di contrada Cannito in territorio di Mistretta. In pieno giorno, con un pallettone di fucile calibro 12 esploso da distanza ravvicinata, venne ucciso l’agricoltore Giovanni Nicolosi, 83 anni, di Castel di Lucio. Le indagini, coordinate dall’allora Procuratore di Mistretta Luigi Patronaggio (oggi Procuratore di Agrigento) e condotte dal Nucleo Operativo dei carabinieri della Compagnia di Mistretta, si indirizzarono su Gaetano Iudicello a seguito del rinvenimento, nella propria autovettura, di tracce di polvere da sparo (il fucile non è mai stato trovato). Il movente doveva essere da ricercare – secondo le indagini del tempo – negli attriti sorti tra i due uomini per la compravendita di un terreno, la pretesa dei diritti di passaggio di un fondo agricolo e sconfinamenti di animali. La zona impervia dove venne trovato il cadavere, una stradina che si diparte dalla Strada Provinciale Mistretta-Castel di Lucio, alle prime segnalazioni risultò difficile da identificare persino ai cronisti. Il corpo venne rinvenuto riverso vicino ad una siepe. All’epoca le indagini vennero coordinate dal sostituto procuratore del tempo di Mistretta Vincenza Napoli. L’omicidio suscitò molto scalpore a Castel di Lucio, in quanto l’uomo assassinato era molto conosciuto. La famiglia, al dibattimento, si è costituita parte civile con l’assistenza degli avvocati Nino Mormino e Lina Nicolosi del foro di Palermo e Tonino Ricciardo dell’allora foro di Mistretta. Accertata l’innocenza di Iudicello, per la famiglia della vittima resta adesso l’amarezza per non avere potuto scoprire l’assassino del congiunto. Il delitto-Nicolosi, dopo oltre tre lustri, è irrisolto.

Edited by, venerdì 22 gennaio 2021, ore 9,19. 

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