Op. “Nebrodi 2”: Colpiti i clan dei Bontempo Scavo e dei Batanesi. 23 arresti, 37 indagati, interdizioni, sequestri – IL VIDEO

21 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 37 indagati in tutto e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali, sequestro preventivo di 349 titoli AGEA e sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 euro. Questi i numeri dell’operazione antimafia “NEBRODI 2” scattata all’alba a Tortorici e nelle province di Siracusa, Enna, Rovigo, Catania e Gorizia. Colpiti i clan di Tortorici dei BONTEMPO SCAVO e dei BATANESI, determinanti le rivelazioni di tre pentiti: CARMELO BARBAGIOVANNI, GIUSEPPE MARINO GAMMAZZA e SALVATORE COSTANZO ZAMMATARO. Svariate le accuse con le aggravanti dell’associazione mafiosa e dell’associazione a delinquere. Il servizio sul link Cronaca, in alto il video…

GIUSEPPE LAZZARO

Stamane a Tortorici e nelle province di Siracusa, Enna, Rovigo, Catania e Gorizia, i carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) e del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, i finanzieri del Comando Provinciale di Messina e il personale della Squadra Mobile della Questura di Messina, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”, del Nucleo Cinofili di Catania, del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri e della Sezione Aerea di Manovra Guardia di Finanza di Catania, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal Gip del Tribunale di Messina Eugenio Fiorentino su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 37 soggetti, appartenenti e/o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa “Tortoriciana”, poiché indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione, acquisto, detenzione, cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali i finanzieri del Comando Provinciale e i carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno eseguito il sequestro preventivo di 349 titoli AGEA, definiti “tossici” poiché acquisiti fraudolentemente e del sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 euro , i carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) e del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, i finanzieri del Comando Provinciale di Messina e il personale della Squadra Mobile della Questura di Messina, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”, del Nucleo Cinofili di Catania, del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri e della Sezione Aerea di Manovra Guardia di Finanza di Catania, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal Gip del Tribunale di Messina Elisa Fiorentino, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 37 soggetti, appartenenti e/o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa “Tortoriciana”, poiché indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione, acquisto, detenzione, cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. L’operazione è stata denominata “Nebrodi 2”, in prosecuzione della “Nebrodi”, scattata il 15 gennaio 2020 e già arrivata alla fase iniziale del processo in appello (in questo mese).

I reati fine (ad eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati ai sensi dell’art. 416 bis del Codice penale poiché commessi al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso cosiddetta dei “Tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei Bontempo Scavo e del gruppo dei Batanesi, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della provincia di Messina.

In particolare l’odierna attività investigativa, avvalendosi anche delle dichiarazioni rese da tre collaboratori di giustizia, Carmelo Barbagiovanni, Giuseppe Marino Gammazza e Salvatore Costanzo Zammataro, già appartenenti al gruppo mafioso dei Batanesi, ha consentito di ricostruire, seppur nella preliminare prospettazione accusatoria: l’esistenza di un’associazione operante secondo i canoni mafiosi denominata “famiglia tortoriciana” composta dall’articolazione del gruppo dei Bontempo Scavo e del gruppo dei Batanesi, finalizzata – mediante la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo – alla commissione di una indeterminata serie di delitti, contro il patrimonio, tra cui estorsioni e truffe aggravate perpetrate a danno dell’Unione Europea e dell’AGEA, nonché al controllo in modo diretto o indiretto, di attività economico/imprenditoriali; l’esistenza e l’operatività di un’associazione dedita alla coltivazione, all’acquisto, alla detenzione, alla cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente, attiva sul versante tirrenico della provincia di Messina, tra Tortorici, Sinagra, Capo d’Orlando e Rocca di Capri Leone, promossa e organizzata da soggetti a vario titolo collegati alla famiglia mafiosa tortoriciana dei Bontempo Scavo e all’articolazione dei Batanesi; la commissione di numerose truffe ai danni dell’AGEA poste in essere sia da appartenenti al gruppo dei Batanesi che a quello dei Bontempo Scavo. Tali soggetti hanno orientato la propria attività verso la percezione con modalità fraudolente di contributi comunitari, garantendosi, in tal modo, un canale di finanziamento estremamente redditizio.

Fattispecie estorsive in danno di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione del metanodotto nel fiume tra i Comuni di Mistretta e Santo Stefano di Camastra che sarebbe stata costretta a consegnare la somma di 4.000 euro in occasione delle festività di Natale e Pasqua di ogni anno, a partire dal 2015 e sino al 2018, nonché in danno di soggetti provati al fine di accaparrarsi terreni agricoli da destinare al pascolo.

Nel dettaglio sono state eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali che legittimino la presentazione di istanze di contributi comunitari o statali.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali i finanzieri del Comando Provinciale e i carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno eseguito il sequestro preventivo di 349 titoli AGEA, definiti “tossici” poiché acquisiti fraudolentemente e del sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 euro da prelevare sui conti di 8 società, derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni riguardanti le campagne agricole 2015-2020. Le investigazioni confermano che le frodi comunitarie continuano a rappresentare uno dei principali mezzi di finanziamento illecito delle organizzazioni mafiose, unitamente a quelli tradizionali (estorsioni o traffico di sostanze stupefacenti), più appetibili perché espongono gli autori a minori rischi. Il provvedimento si inserisce in un’ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che l’Arma dei Carabinieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Questura di Messina stanno conducendo in stretta sinergia nel Distretto di Messina sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.

Edited by, martedì 6 febbraio 2024, ore 11,24. 

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