Salute&Benessere: Arance di Sicilia buone anche per la ricerca sui tumori

E’ risaputo: le arance di Sicilia fanno bene alla salute e sono anche importanti per la ricerca sui tumori. Un argomento di forte attualità che viene doviziosamente analizzato, nella puntata n. 88 della rubrica “Salute&Benessere”, dalla dottoressa ISABELLA SALVIA (foto sotto), nutrizionista con studio in Torrenova…

Tante volte abbiamo sentito dire che rispettare la stagionalità degli alimenti è una buona regola e la stagione invernale ci dona tante tipologie di frutta e verdura alleati della nostra salute. Le arance sono sicuramente tra i frutti invernali più apprezzati perché un po’ tutta la Sicilia è ricca di aranceti e questo vuol dire un prodotto a Km zero, fresco e ricco di proprietà benefiche. Le arance si possono trovare in commercio da novembre a febbraio e la vitamina C è tra le più importanti caratteristiche di questo frutto, indispensabile per contrastare i fastidiosi raffreddori e i malanni invernali. Ricordiamo che in 100 grammi di frutto fresco sono presenti circa 53,2 mg di vitamina C. Non tutti però sanno che le arance mostrano proprietà anti-cancro contro alcuni tipi di tumore.

E proprio questa settimana l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) organizza, in più di 3000 piazze italiane, l’iniziativa “Le Arance della Salute” per fare il pieno di vitamine ma anche per parlare di prevenzione, sana alimentazione e corretti stili di vita.

Anche l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) è particolarmente impegnata nella lotta al cancro perché gli esperti ritengono che contro questa malattia si possa agire con la prevenzione, attraverso opportune azioni di informazione sulle abitudini più salutari e per il miglioramento dell’ambiente.
Nonostante la medicina abbia fatto grandissimi progressi nella cura dei tumori, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità nel 2015 (ultimo rilevamento disponibile) sono morte a causa del cancro 8,7 milioni di persone. I nuovi casi sono stati 17,5 milioni (erano 14,1 nel 2012 e saranno 21,6 nel 2030). Stili di vita salutari e un’alimentazione varia ed equilibrata, si legge sul sito internet dell’AIRC, aiutano l’organismo a prevenire la malattia e a contrastarla al meglio. Ecco perché molte ricerche sul legame tra alimentazione e cancro puntano a identificare le diete migliori per la salute.
Tra queste, lo studio European Prospective Investigation into Cancer and Nu­trition (EPIC), dai cui risultati emerge che seguire la dieta mediterranea riduce il rischio di sviluppare diversi tumori.
Secondo un rapporto commissionato da Cancer Research UK (CRUK) e pubblicato nel 2018, l’obesità è verosimilmente destinata a superare il fumo come fattore di rischio per lo sviluppo di tumori nelle donne. Potrebbe quindi diventare la maggior causa prevenibile di neoplasie nel giro di 25 anni. Lo studio, effettuato su dati relativi alla popolazione britannica, appare molto preoccupante anche per l’Italia, dove il tasso di obesità femminile è più elevato che in Gran Bretagna, secondo fonti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Secondo le proiezioni di CRUK, continua il sito dell’AIRC, nel 2035 il 10 per cento dei tumori femminili sarà legato al fumo e il 9 per cento al peso in eccesso, ma attorno al 2043 il rapporto dovrebbe invertirsi.

L’obesità ha un effetto più forte sulle donne perché facilita la comparsa di tumori dipendenti dagli ormoni, tipici della popolazione femminile. Fra gli uomini ci sono più fumatori e quindi la differenza tra i due fattori di rischio, obesità e fumo, si potrebbe azzerare o invertire più avanti. In ogni caso anche la popolazione maschile sta mettendo su peso e ha bisogno di controllare la propria alimentazione, oltre che smettere di fumare.
Quali sono i meccanismi molecolari alla base dell’associazione tra obesità e cancro? Per il tumore al seno, qualche indizio arriva da uno studio condotto dall’équipe di Francesco Bertolini dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano e sostenuto da AIRC.
Sono almeno due le molecole coinvolte nella comunicazione tra tessuto adiposo e tumore al seno. Il gruppo dello IEO aveva già scoperto che i progenitori delle cellule mature del tessuto adiposo possono favorire lo sviluppo dei tumori promuovendo l’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni e di metastasi.
Una scoperta rilevante per le possibili ricadute cliniche. I ricercatori hanno già verificato che, in topi obesi e con tumore, l’inibizione dei due fattori rallenta in modo significativo la crescita tumorale.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

 Edited by, venerdì 25 gennaio 2019, ore 19,01.

 

 

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