Salute&Benessere: Calcoli e coliche renali, come prevenirli

Sono un autentico incubo i calcoli e le coliche renali, quando arrivano arrecano forti dolori e, spesso, costringono al ricovero ospedaliero. Ma c’è un modo per prevenirli e, quindi, contrastarli. Lo spiega, in quest’altro interessante argomento, la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, nella puntata n. 98 della rubrica “Salute&Benessere”…

I calcoli e le coliche renali sono tra i disturbi urologici più dolorosi, che affliggono l’uomo da millenni, addirittura gli archeologi hanno trovato calcoli renali in una mummia egizia di ben 7.000 anni fa. La presenza di calcoli è uno dei disturbi più comuni delle vie urinarie, che viene diagnosticato ogni anno a milioni di persone, spesso costrette a ricorrere ad assistenza ospedaliera (Pronto Soccorso) per la gestione del violento dolore e delle possibili complicazioni.

Quando si bloccano nel tratto urinario i calcoli possono ostruire il flusso dell’urina e quindi provocare forti dolori a causa della colica renale che ne deriva. La maggior parte dei calcoli viene poi espulsa dal corpo senza che sia necessario alcun intervento medico, ma quelli che provocano sintomi di lunga durata o altre complicazioni possono essere curati usando tecniche farmacologiche o, come estrema ratio, chirurgiche.

I segni e i sintomi tipici della presenza di calcoli e di colica renale in corso, che ci inducono a richiedere l’aiuto del medico di fiducia, sono il dolore molto forte avvertito nella schiena o sul fianco, la presenza di sangue nelle urine, il bruciore durante la minzione, fino ad arrivare a febbre e brividi (in caso di infezione).

Tra i fattori di rischio, oltre alla familiarità o alla storia personale, ci sono certamente la disidratazione, il sovrappeso, nonché alcune diete (per esempio quelle eccessivamente ricche in proteine, sodio e zucchero) che possono aumentare il rischio di alcuni tipi di calcoli renali.

Una recente pubblicazione del NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence), un’organizzazione inglese che promuove le linee guida per una buona pratica clinica in medicina, sostiene che la dieta può prevenire le recidive in chi soffre di calcolosi renali.

La strategia più importante e più semplice per prevenire la formazione di calcoli e la conseguente comparsa di coliche è ovviamente assumere più liquidi: l’acqua è la soluzione migliore. Chi è più soggetto alla formazione di calcoli dovrebbe cercare di bere durante la giornata abbastanza liquidi da produrre almeno due litri di urina nelle 24 ore, evitando comunque le bevande gassate e preferendo aggiungere all’acqua un po’ di succo di limone. Oltre all’ottima idratazione, tra i punti forti di una possibile dieta, c’è la moderazione nell’apporto di sale e il consumo di adeguate quantità di calcio (derivanti, ad esempio, dal giusto consumo di latte o derivato, nonché broccoli o cavolfiore). E’ proprio quest’ultima una novità: mentre prima si pensava che potesse addirittura essere controproducente, recenti studi hanno dimostrato che il calcio, nelle quantità suggerita dal nutrizionista, può legarsi agli ossalati nell’intestino, riducendone l’assorbimento e quindi la quantità nelle urine.

Poiché oltre il 50% dei pazienti andrà incontro ad un’altra calcolosi, è importante, dopo il primo episodio, attuare una giusta prevenzione al fine di evitare problemi e dolori futuri. Se non si vuole passare la vita col rischio di avere lancinanti dolori o anche più, valutiamo di seguire un piano alimentare personalizzato, redatto da un professionista della nutrizione.

Eventuali quesiti potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

 Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 5 aprile 2019, ore 19,23.

 

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