E’ incentrata sui rischi insoliti dell’infarto la puntata di questa settimana della rubrica di grande successo “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale…
Da anni, anche in questa rubrica, ricordo a tutti di valutare il rischio infarto. Lo faccio sempre con particolare cura, anche perché, come molti sanno, ho una stretta collaborazione con diversi medici e in particolare cardiologi, come mio fratello. L’obesità, il colesterolo alto, una storia familiare di malattie cardiache, la sedentarietà e una dieta ricca di grassi sono i fattori di rischio più conosciuti che aumentano le probabilità d’infarto e di malattie cardiache. Questa settimana vorrei ricordare con voi alcune condizioni, spesso insolite, che posso diventare altrettanto pericolose per il cuore e che riguardano anche altri settori, come praticare lo sport. Vediamoli insieme con attenzione:
- Iniziamo con l’attività fisica. Decidere di mettersi in forma è un’ottima idea, ma è importante avvicinarsi all’esercizio fisico con GRADUALITÀ. Se siamo pantofolai, buttarsi a capofitto in un allenamento ad alta intensità può avere un effetto opposto: potrebbe causare un infarto piuttosto che prevenirlo! Ricordiamo che per chi si avvicina a un’attività fisica in età avanzata o dopo un lungo periodo di inattività, è importante non solo gradualità, ma anche una visita cardiologica: sarà il cardiologo che visitando il paziente stilerà un profilo di rischio e deciderà a quali esami sottoporlo. L’elettrocardiogramma basale, raccomandato nelle visite mediche per attività non agonistiche, spesso potrebbe non bastare e potrebbe essere utile una prova da sforzo. Per prevenire è importante la gradualità, così come seguire i consigli di un cardiologo!
- Valutare i «crampi» alle gambe persistenti. I crampi possono venire per svariati motivi, la maggior parte dei quali sono innocui per il cuore. Gli specialisti ci insegnano che il problema vero è il dolore alla gamba quando ci si muove e che passa quando ci si ferma. Questo è un sintomo specifico di malattia alle arterie periferiche. Spesso siamo davanti a malattie alle coronarie per le quali è importante uno screening completo con un cardiologo.
- Il consumo di droghe, come la cocaina. Oltre a poter portare problemi con la Giustizia, la cocaina ha una specifica tossicità sul muscolo cardiaco e sui vasi sanguigni, in particolare proprio le coronarie: può quindi causare danni molto gravi come l’infarto del miocardio e l’ischemia miocardica. Il consumo abituale di cocaina può inoltre provocare aterosclerosi, miocardiopatia, aritmie e ipertensione grave, che a sua volta può causare emorragie cerebrali. Il consumo di cocaina è davvero deleterio anche per il cuore e non è detto che il danno si verifichi solo ad alte dosi: anche quantità minime possono provocare una lesione cardiaca!
- Soffrire di una malattia autoimmune come lupus, artrite reumatoide o artrite psorisiaca può aumentare il rischio di infarto, miocardite, pericardite e altre malattie del cuore. Recenti studi evidenziano come le donne che hanno sviluppato patologie autoimmuni durante la gravidanza possono essere particolarmente a rischio. Nelle donne, una storia di ipertensione in gravidanza, gestosi o eclampsia, può aumentare il rischio di infarto e ictus nella mezza età. Il diabete gestazionale aumenta il rischio di diabete di tipo 2, che a sua volta può incrementare fino a 5 volte il rischio di malattie cardiovascolare.
- Gli sforzi al freddo possono causare attacchi cardiaci. Il freddo provoca la vasocostrizione e quindi l’incremento della pressione, in più fa salire la frequenza cardiaca: tutto ciò aumenta il rischio che una placca coronarica si rompa, si formi un trombo e si verifichi quindi un infarto. Inoltre, uscire al gelo dopo un’abbuffata aggrava il pericolo, ma l’elemento scatenante è fare sforzi eccessivi. Naturalmente non bisogna generalizzare troppo perché è anche una questione di abitudine. Gli eschimesi, che vivono al gelo, non hanno un rischio di infarto aumentato. Uno studio svedese pubblicato sul British Medical Journal, dopo un’analisi su oltre 300mila casi di infarto del miocardio avvenuti tra il 1998 e il 2013, ha stabilito che cibo, alcol ma soprattutto il freddo sono i maggiori responsabili del picco di infarti che si registra ogni anno la notte tra il 24 e il 25 dicembre. La vasocostrizione può infatti provocare la rottura delle placche aterosclerotiche. Il solo aumento di 8 gradi di temperatura riduce il rischio d’infarto del 3%. Il suggerimento è ridurre l’esposizione al gelo attraverso abbigliamento e riscaldamento adeguati, evitando sforzi al freddo o sport invernali impegnativi.
La regola principale, che ripeto sempre ai miei pazienti, è volersi bene e comprendere le cause dei problemi di salute, rivolgendosi ad un professionista di fiducia, piuttosto che ricercare rimedi “fai da te”. Iniziando con questi piccoli passi. Consultiamo un medico e ricordiamoci sempre di volerci bene!
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 19 marzo 2021, ore 17,09.