Sono circa 600.000 i celiaci in tutta Italia. Un dato che deve fare riflettere proprio nell’odierno 16 maggio quando si celebra la Giornata Mondiale della Celiachia. La dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”, approfondisce l’argomento e consiglia le diete apposite. Il servizio…
Il 16 maggio si celebra in tutto il mondo la GIORNATA MONDIALE DELLA CELIACHIA. La celiachia è una malattia complessa di tipo autoimmune sempre più diffusa in Italia e nel mondo, per la quale l’unica terapia ad oggi attuabile è l’eliminazione dalla dieta del glutine, un composto di natura proteica contenuto in alcuni cereali, soprattutto nel grano o frumento e simili, come il farro e il grano khorasan, spesso commercializzato come kamut, la segale, la spelta e il triticale.
L’ organo bersaglio è l’intestino: in seguito ad ingestione di glutine, risulta compromessa, in modo più o meno severo, la sua funzione di assorbimento, con importanti conseguenze sulla salute.
Secondo i dati della letteratura scientifica, la celiachia interessa circa l’1% della popolazione generale a livello globale. In Italia, quindi, i celiaci dovrebbero essere circa 600.000.
Al 31/12/2018 i casi accertati (diagnosticati) erano poco più di 214.000.
Nel nostro Paese, infatti, ci sono meno di 400.000 celiaci non diagnosticati che, usando quotidianamente il glutine, presentano i disturbi (sintomi) della malattia e rischiano di andare incontro a complicazioni.
La celiachia è più frequente tra le donne (ben 2 casi su 3 riguardano il sesso femminile) e può svilupparsi a qualsiasi età. In molti casi, la malattia esordisce durante l’infanzia, con sintomi classici: diarrea cronica, mancanza di appetito, dolori addominali, malassorbimento, ritardo nella crescita.
Nei bambini la celiachia si manifesta solitamente a distanza di circa qualche mese dalla prima introduzione del glutine nella dieta ma può presentarsi anche dopo il 2°-3° anno di vita. Tuttavia esistono anche forme di insorgenza in età adulta, spesso più subdole e meno facili da riconoscere. Al momento, l’unica cura disponibile per la celiachia è una permanente e rigorosa dieta priva di glutine.
L’eliminazione completa, e per tutta la vita, del glutine dalla dieta permette di far scomparire i disturbi causati dalla malattia e soprattutto di evitare complicazioni gravi.
Le persone celiache devono escludere dalla propria alimentazione gli alimenti che contengono glutine, ossia frumento, farro, kamut, orzo, segale, avena, spelta, monococco e triticale.
Questo non significa evitare solo pasta, pane, riso, biscotti comuni, pizza.
Bisogna fare attenzione anche alle insidie nascoste: sono moltissimi, infatti, i prodotti che possono contenere tracce di cereali, come salse pronte, insaccati, gelati. Il modello alimentare mediterraneo potrebbe sembrare precluso alle persone affette da celiachia a causa del ruolo chiave ricoperto da derivati dei cereali quali pane e pasta.
Una corretta dieta mediterranea rigorosamente senza glutine è, però, assolutamente possibile.
La dieta mediterranea offre una moltitudine di alimenti naturalmente privi di glutine, come riso, mais, grano saraceno, legumi, patate, oltre a pesce, carne, uova, latte e formaggi, ortaggi e frutta, cui aggiungere cereali minori quali teff, miglio, fonio bianco e nero e altri pseudocereali come quinoa e amaranto.
Saranno vietati: frumento, grano, orzo, segale, farro, kamut, triticale, monococco, cous cous, bulgur, seitan.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
ISABELLA SALVIA
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 16 maggio 2025, ore 17,32.