SALUTE&BENESSERE: I CIBI CHE CONTRASTANO LA SINDROME METABOLICA

La sindrome metabolica: cosa è, quali problemi procura e come va contrastata con cibi appropriati. Argomento approfondito dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, esperta di medicina generale e docente, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere” (puntata numero 245)…

Negli Stati Uniti d’America, più del 40% delle persone con età maggiore di 50 anni, è affetto da sindrome metabolica. E’ ormai chiarito che lo sviluppo della sindrome metabolica dipende sia dalla distribuzione che dalla quantità di grasso.

La tipica conformazione a mela, con eccesso di grasso a livello addominale, in particolare quando si traduce in un alto rapporto vita-fianchi, che rispecchia un rapporto muscolo-massa grassa relativamente basso, aumenta il rischio.

La sindrome è, invece, meno comune tra i soggetti con conformazione a pera che presentano un accumulo di grasso sottocutaneo sui fianchi.

L’eccesso di grasso addominale determina, infatti, un eccesso di acidi grassi liberi nella vena porta, con aumento dell’accumulo lipidico nel fegato. Il grasso si accumula anche nelle cellule muscolari.

I soggetti con sindrome metabolica sviluppano solitamente insulino-resistenza, metabolismo ridotto del glucosio, dislipidemie e ipertensione.

Non di rado i livelli dell’acido urico sono elevati aumentando il rischio di gotta.

Sintomi tipici della sindrome metabolica sono: apnea ostruttiva del sonno, steatoepatite non alcolica, mefropatia cronica, sindrome dell’ovaio policistico nelle donne e basso livello di testosterone plasmatico e disfunzione erettile negli uomini.

Proprio per la complessità e la rilevanza dell’argomento la ricerca va avanti e proprio in questi giorni è stato pubblicato un nuovo studio di Sagol Center for the Metabolic Syndrome, Institute of Endocrinology, Metabolism and Hypertension, Tel Aviv-Sourasky Medical Center e Sackler Faculty of Medicine di Tel Aviv, presentato al Congresso europeo sull’obesità di inizio maggio.

Dallo studio emerge che nutrienti come proteine, zinco e niacina sono legati al miglioramento della salute del cuore. I miglioramenti della salute metabolica e cardiovascolare osservati durante la perdita di peso nelle persone con obesità sono tradizionalmente attribuiti alla perdita stessa di peso o ai conseguenti cambiamenti nel glucosio, nella pressione sanguigna o nei grassi nel sangue.

Coinvolti nello studio 72 partecipanti con sindrome metabolica e obesità (55,5% maschi, età media 53 anni) arruolati in un programma intensivo di perdita di peso multidisciplinare di un anno che includeva piani alimentari ed esercizio fisico personalizzati.

Ai partecipanti, che avevano un indice di massa corporea di 34,28 kg/m2 al basale, è stato chiesto di compilare un questionario dietetico dettagliato una settimana prima di iniziare i loro piani di dieta ed esercizio fisico e un anno dopo.

Sono state prese tre diverse misure di flessibilità dei vasi sanguigni (velocità dell’onda del polso, spessore medio-intimale carotideo e dilatazione mediata del flusso) ed è stato osservato che, un anno dopo, l’indice di massa corporea era diminuito del 9,4% e tutte e tre le misure di flessibilità dei vasi sanguigni erano migliorate.

“Una dieta mediterranea, ricca di proteine (latticini magri, pesce, pollame e uova), ricca di verdure, noci, semi e con un consumo moderato di frutta e cereali, può contribuire a migliorare la flessibilità vascolare, proteggendo indirettamente il sistema cardiovascolare” hanno spiegato gli autori.

La raccomandazione resta sempre la stessa: prendiamoci cura di noi, vogliamoci bene finchè siamo ancora in tempo!

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 3 giugno 2022, ore 18,49. 

 

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