Salute&Benessere: Intolleranza al glutine e celiachia

Questa settimana la rubrica “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, continua a trattare le intolleranze, soffermandosi su una che è molto nota. Non tollerare alimenti contenenti glutine è, infatti, un problema piuttosto frequente…

Questa settimana continuiamo con le intolleranze, soffermandoci su una che è molto nota. Non tollerare alimenti contenenti glutine è, infatti, un problema piuttosto frequente. Ricordiamo come premessa che celiachia, intolleranza e allergia sono tre disturbi diversi, le cui cause sono ben distinte e riconoscibili rivolgendosi ad un gastroenterologo. Evitiamo autodiagnosi su internet, come raccomando sempre a tutti i miei affezionati lettori.

Iniziamo dalla celiachia è una malattia autoimmunitaria. È una patologia che colpisce solo soggetti geneticamente predisposti che, di fronte all’assunzione di glutine, producono anticorpi che vanno a distruggere il piccolo intestino. I celiaci pertanto sono obbligati a sospendere l’assunzione di glutine ed è importante che consumino prodotti con la dicitura “senza glutine”, anche perché non tollerano contaminazioni.

L’allergia è mediata dal sistema immunitario, in particolare dall’azione delle immunoglobuline E che causano una reazione allergica, quasi immediata (a distanza di minuti o di ore), in seguito a ingestione di un dato alimento.

L’intolleranza, invece, non è mediata dall’immunità ed è un fenomeno di ipersensibilità. Provoca una complicazione localizzata nella mucosa dell’intestino e, solo in seguito, lascia alcune tracce sui parametri di tipo sanguigno. Tuttavia, anche nei casi più importanti, manca l’implicazione degli anticorpi specifici per le allergie (IgE) e non si corre il rischio di anafilassi, ovvero di una reazione acuta e violenta dell’organismo verso una particolare sostanza (antigene o allergene). Più che una malattia, l’intolleranza al glutine è generalmente definita una condizione para-fisiologica, giacché, in assenza di esposizione all’agente specifico (glutine), l’organismo rimane tranquillamente in omeostasi come fosse sano. Si scatena, in un certo senso, un meccanismo di accumulo, per cui un eccesso di glutine genera l’insorgenza di sintomi quali diarrea, gonfiore addominale, mal di pancia, crampi o perdita di peso.

In presenza di questi sintomi, che possono essere molto comuni e avere altre cause (anche più pericolose), è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia, evitando assolutamente l’autodiagnosi e l’arbitraria sospensione del consumo di prodotti contenenti glutine.

In primo luogo, il professionista dovrà escludere la celiachia. Per farlo ricorrerà a specifici esami del sangue e a biopsia duodenale nel corso di una gastroscopia e alla genetica.

L’allergia invece si diagnostica con specifici test: il prick test, che si effettua sull’interno dell’avambraccio, e il rast test, che è un esame del sangue.

Una volta che si è compreso che non si è affetti da celiachia o si è ha una specifica allergia, possiamo soffermarci su forme meno gravi. Non dimentichiamo che una buona percentuale delle persone ritenute normali, può avere una “sensibilità al glutine” ovvero “gluten sensitivity”, senza essere minimamente celiaca. Si tratta questa di una forma più lieve di intolleranza al glutine, ma che può lo stesso causare dei fastidi. In questi casi, ci si può rivolgere ad un professionista della nutrizione, ricordando che, in base allo stato fisico e clinico individuale, potrà essere valutata una dieta senza glutine che non deve essere rigida come quella dei celiaci e nemmeno durare per tutta la vita. Generalmente si segue un piano alimentare per un periodo determinato (minimo un anno), per poi provare a ingerire piccole quantità di glutine. La tolleranza al glutine è diversa da persona a persona e deve essere verificata con attenzione. Ricordiamoci, come ripeto sempre, che siamo macchine meravigliose, ma uniche. Ricordiamoci sempre di volerci bene e di avere a cuore la nostra salute, rivolgendoci a professionisti di fiducia che sanno come curare il paziente e non a commercianti che, vendendo prodotti, sono solo alla ricerca di clienti…

VOGLIAMOCI BENE, SEMPRE!

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 15 ottobre 2021, ore 18,55. 

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