Salute&Benessere: Iperuricemia e gotta gli argomenti di questa settimana

La consueta rubrica settimanale di “Salute&Benessere”, coordinata e condotta dalla giornalista pubblicista, dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, affronta l’argomento di Iperuricemia e gotta. Nel link “Salute&Benessere” della nostra schermata sulla destra potete leggere tutti gli altri argomenti affrontati dalla dottoressa Salvia in questi mesi…

Si parla di iperuricemia quando i valori plasmatici di acido urico sono così elevati da indurre il rischio di precipitazione di urati nei tessuti o nei liquidi organici.

I valori soglia di rischio corrispondono generalmente a livelli plasmatici di acido urico superiori a 7 mg/dl poiché questo è il valore di saturazione nel plasma dell’acido urico.

L’iperuricemia è una condizione asintomatica, ma il rischio di sintomi aumenta nettamente a partire da valori superiori a 7 mg/dl.

La gotta è invece la forma morbosa della malattia, caratterizzata dall’alterazione metabolica dell’iperuricemia, e si presenta con attacchi ricorrenti di artrite infiammatoria acuta, dolore, arrossamento e gonfiore articolare, causati dal deposito di cristalli di acido urico.

Nel 50% dei casi è l’alluce la parte più colpita e per questo l’infiammazione prende il nome di “podagra”.

L’acido urico, però, può depositarsi anche nei tendini e nei tessuti circostanti, dando origine a depositi duri e dolorosi che prendono il nome di “tofi”; a livello renale, invece, provoca la comparsa di nefropatia gottosa.

Negli ultimi anni l’incidenza della gotta è aumentata; fattori di rischio sono sicuramente la sindrome metabolica e l’ipertensione, ma anche un’alimentazione ricca di carne rossa, vino e alimenti grassi.

Sono diversi gli studi che hanno identificato una serie di fattori in grado di influenzare i livelli di acido urico nel sangue: l’età, il sesso, il gruppo etnico di appartenenza, la classe sociale, la familiarità, le abitudini alimentari e il sovrappeso.

Le iperuricemie si distinguono in primarie e secondarie.

Quelle primarie sono congenite, caratterizzate da un difetto primitivo del metabolismo purinico;

quelle secondarie sono la forma più frequente e si è assistito a un progressivo aumento negli ultimi tempi.

Le iperuricemie secondarie possono essere causate da un trattamento prolungato con diuretici o a situazioni come digiuno prolungato, chetosi alcolica e diabetica, intossicazione da alcool e iperproduzione di acido urico.

Bisogna ricordare che circa l’80% dei pazienti gottosi ha un modesto o severo sovrappeso.

L’obesità può influenzare il metabolismo dell’acido urico, sia aumentandone la produzione che riducendone l’escrezione renale. In questo caso, però, la restrizione calorica non dovrà essere eccessiva poiché questa potrebbe causare un aumento dell’uricemia e sono sconsigliate le diete iperproteiche. Le diete dimagranti troppo drastiche e povere di carboidrati possono avere come conseguenza l’acidificazione del pH del sangue favorendo così l’iperuricemia.

Anche la leptina, che è un ormone secreto dal tessuto adiposo, è stata correlata con l’iperuricemia.

E’ consigliato ridurre il consumo di alcool (vino, birra e superalcolici) poiché l’alcool riduce l’escrezione urinaria di acido urico, mentre potrebbero avere un effetto benefico i derivati del latte non grassi e gli agrumi. In caso di gotta risulta altresì importante tenere sotto controllo i livelli di trigliceridi.

Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

           Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (dietologo, biologo nutrizionista o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.

 Edited by, venerdì 30 giugno 2017, ore 16,18. 

 

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