Salute&Benessere: LA MENTE COMANDA LA NOSTRA VOGLIA DI CIBO

Mindfull eating: alimentazione consapevole. Deve essere la testa ad alimentare il cibo e, chiaramente, ad articolarne il contenuto, la quantità, le variazioni etc. Argomento quasi da psicologia dell’alimentazione quello proposto, in questa settimana, dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”…

Salito alla ribalta recentemente, il concetto di mindfull eating invita a ritagliarci il giusto tempo per rallentare e assaporare con piena coscienza i nostri pasti essendo pienamente coinvolti con le persone che ci circondano; riunirsi con amici e parenti per concedersi piccoli piaceri culinari o per cimentarsi nelle nuove abilità culinarie è fondamentale per la nostra salute mentale e quindi per il nostro benessere. Lo stress, infatti, si combatte anche in cucina, condividendo o sperimentando e creando esperienze multisensoriali.

Letteralmente, mindfull eating, vuol dire infatti alimentazione consapevole.

Perchè non applicare la mindfulness all’atto di mangiare?

Adottare questo atteggiamento durante il momento dei pasti significa portare consapevolezza alla nostra esperienza con il cibo, ascoltare e comprendere i segnali del nostro corpo riguardo alla fame e alla sazietà e rispondere ai nostri bisogni con gentilezza e amore.

La prima cosa da fare quando decidiamo di portare consapevolezza al nostro modo di mangiare è capire quali sono i motivi per cui mangiamo. Questi possono essere suddivisi in tre categorie: fame fisiologica, condizionamenti ambientali esterni e bisogni emozionali interni.

La fame fisiologica è rappresentata da una serie di eventi fisici che riconosciamo come sintomo di un bisogno specifico. La pancia che brontola, la testa che gira, le gambe molli e il calo dell’attenzione sono i segnali più comuni e diffusi che indicano la fame, ma non sono gli unici e non si presentano con uguale intensità in ognuno di noi.

Dovremmo imparare a interpretare i segnali di fame da subito, onde evitare di arrivare a un livello di fame troppo elevato che potrebbe causare una perdita di controllo di fronte al cibo.

Il cibo può anche diventare uno strumento di compensazione e sfogo quando proviamo emozioni che facciamo fatica ad affrontare come ansia, tristezza, noia, rabbia, frustrazione, oppure quando ci sentiamo particolarmente sotto stress e cerchiamo inconsciamente “una via di fuga”. In questo modo non viene però soddisfatto il bisogno emotivo reale, che viene temporaneamente messo in secondo piano.

Questa tendenza prende comunemente il nome di fame emotiva, ed è spesso vissuta come negativa, come se fosse un problema. In realtà si tratta di una risposta comune e naturale dell’essere umano che non va soppressa o nascosta. Per contrastare ciò dovremmo riconoscere le nostre emozioni per diventare consapevoli di quello che sta accadendo.

Anche i contesti sociali influenzano il nostro modo di mangiare. Chi di noi non ha rifiutato il concetto di essere gli unici a dover dire no a una pizza? Quanto ci siamo sentiti a disagio nel dover rifiutare una prelibatezza? Quanto ci influenza la pubblicità nel desiderare un alimento?

La soluzione è pronta…quando sentiamo il desiderio di mangiare dobbiamo innanzitutto porci una domanda :”perchè ho fame?”

Rispondiamo con sincerità, senza giudicarci, ma sapendo che è il primo passo della pratica della mindfull eating. La mindfull eating non è una nuova moda, bensì un allimento quotidiano che ci porterà all’autoregolazione dei nostri livelli di fame e sazietà. Allenare la nostra mente sarà il miglior modo per ritrovare la forma fisica!

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 25 febbraio 2022, ore 18,35. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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