Salute&Benessere”: Malattie infiammatorie croniche intestinali, il Morbo di Crohn

Alquanto interessante la puntata di questa settimana con la nostra rubrica “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova e giornalista pubblicista. La responsabile di questa rubrica ci parla delle malattie infiammatorie croniche intestinali, in particolare del Morbo di Crohn che, in passato, ha colpito due volte l’ex guardia dell’Orlandina Basket, adesso alla Vanoli Cremona, DRAKE DIENER (foto in basso)…

Continuiamo oggi a parlare di intestino, in particolare di quelle che vengono indicate come “malattie infiammatorie croniche intestinali” (per le quali si utilizzano gli acronimi M.I.C.I. o IBD) e in particolare mi riferisco al Morbo di Crohn (MC) e alla Rettocolite ulcerosa (RCU).

Le malattie infiammatorie croniche intestinali sono caratterizzate da un’alterazione delle risposte immunitarie a stimoli che in soggetti non predisposti sono normali. Queste patologie insorgono in genere verso i 20-30 anni o nella terza età, cioè intorno ai 65 anni.

Negli ultimi anni, però, sono numerose anche le diagnosi in età pediatrica, proprio perché c’è una maggiore consapevolezza della patologia. La malattia di Crohn può essere classificata secondo la localizzazione o l’atteggiamento della malattia.

Si parla di classificazione in base alla localizzazione perché l’infiammazione può interessare l’ileo, il colon, sia l’ileo che il colon o il tratto gastrointestinale superiore. L’incidenza maggiore è quella a carico dell’ileo terminale con coinvolgimento della valvola ileocecale e/o del colon.

L’atteggiamento della malattia è stato classificato in: fistolizzante, cioè caratterizzato dalla presenza di fistole o ascessi, stenosante, cioè caratterizzato da stenosi intestinale e infiammatorio se non si verificano fistole, ascessi o stenosi nella storia della malattia. La malattia di Crohn può interessare la parete intestinale a tutto spessore, fino a estendersi ai tessuti adiacenti e può manifestarsi con dolore addominale, diarrea e raramente sangue.

Essendo una patologia cronica è caratterizzata da periodi di attività (presenza di sintomi) intervallati da periodi di benessere (remissione della malattia). E’ stato dimostrato che esiste uno stretto legame tra nutrizione e malattie infiammatorie croniche intestinali e la terapia nutrizionale è indispensabile. Da numerosi studi epidemiologici è infatti emersa un’associazione tra elevati apporti di carboidrati raffinati, di grassi totali, di acidi grassi polinsaturi, di proteine animali e di proteine del latte e rischio di malattia di Crohn.

Sono anche numerose le dimostrazioni nelle MICI di uno squilibrio tra sostanze ossidanti e antiossidanti che potrebbe essere considerato un possibile fattore patogenetico o in grado di mantenere il danno tissutale; in corso di malattia di Crohn sono stati riportati bassi livelli plasmatici di vitamina C, vitamina E, beta carotene e flavonoidi.

 Alcuni nutrienti, poi, possono favorire la sintesi di citochine ad effetto antinfiammatorio, contribuendo così al processo di regolazione dell’infiammazione. Il Biologo Nutrizionista, quindi, attuerà dunque una strategia nutrizionale che serva da “terapia primaria”, poiché capace di influenzare il processo infiammatorio, sia inducendo la remissione della malattia acuta che trattando le complicanze.

La giusta alimentazione, infatti, può bloccare l’azione di specifiche molecole infiammatorie, modifica l’ambiente intestinale per ridurre l’alterata risposta infiammatoria e produce modifiche nelle cellule coinvolte nel processo infiammatorio.

Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione ( biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.

           ISABELLA SALVIA

Edited by, venerdì 1 settembre 2017, ore 17,58. 

 

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