Salute&Benessere: Puntata n. 100. Una dieta dei Nebrodi?

Arriva a 100 puntate la nostra rubrica “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA (foto in alto). Due anni praticamente di collaborazione con i più disparati argomenti che possono essere riletti, sin dalla prima puntata, cliccando in basso a destra della schermata, sull’apposito link. La dottoressa Salvia, nutrizionista con studio in Torrenova, tratta un argomento particolare: una dieta dei Nebrodi…

Sono esattamente 100 settimane che ricordo a voi affezionati lettori quanto sia importante l’alimentazione nell’ottica di prevenire o contribuire a curare molte malattie. Dobbiamo ricordarci sempre che “siamo quello che mangiamo”; quindi, se gli alimenti che ingeriamo contengono sostanze nocive o sono prodotti con trattamenti intensivi (che possano addirittura cambiarne il DNA), rischiamo di mangiare cibi non più naturali, che potrebbero provocare difficoltà durante la digestione o problemi di assimilazione dei nutrienti, con immediate conseguenze sulla nostra salute. Il nostro sistema immunitario è il primo ad avere ripercussioni, con evidenti effetti negativi sul nostro benessere.

Nella nostra Sicilia, e principalmente nella nostra zona dei Nebrodi, abbiamo la fortuna di vivere in un’area con limitati inquinamenti del suolo, dell’aria o del mare, conseguentemente non solo respiriamo bene, ma possiamo trovare alimenti animali o vegetali allevati o coltivati nelle migliori condizioni possibili. Il Parco dei Nebrodi è la più grande area naturale protetta della Sicilia. È importante comprendere l’importanza dei nostri prodotti e, seguendo sempre un’alimentazione bilanciata, non escluderli dalla nostra dieta. Sono prodotti frutto del lavoro di tanti nostri concittadini che, con coraggio, mantengono vive tradizioni antiche. In quest’ottica, consiglio l’utilizzo ragionato dei prodotti dei Nebrodi. Non sarà mai un utilizzo esclusivo, ma certamente alcuni nostri prodotti, come l’olio extravergine d’oliva, sono un’ottima base per formulare una possibile “Dieta dei Nebrodi”. La nostra cucina messinese è una delle più antiche in Sicilia e risente soprattutto dell’influenza greca, attraverso proprio l’uso dell’olio extravergine d’oliva. Rispetto ad altre tradizioni culinarie siciliane, presenta meno influenze arabe, il che rende meno zuccherati (e quindi preferibili in una corretta alimentazione) i nostri prodotti culinari.

I cibi del nostro territorio meritevoli di essere provati, anche in un piano alimentare controllato formulato da un professionista della nutrizione, sono

  • il pesce azzurro, come le alici (in dialetto chiamate “anciove” o “masculina”), che non solo è tra i più economici in pescheria, ma è sempre fresco e consigliabile per le qualità nutrizionali delle carni, molto digeribili con netta prevalenza dei noti omega 3, gli acidi grassi polinsaturi che proteggono il nostro cuore;
  • l’olio extravergine d’oliva, che, come dimostrato da numerosi studi clinici, è il più adatto all’alimentazione tra i grassi alimentari di largo consumo, in quanto ricco di acidi grassi monoinsaturi (tra le sostanze grasse sono le più attive per la prevenzione dei disturbi cardiovascolari) e polifenoli (potentissimi antiossidanti naturali), ma povero di grassi saturi (responsabili dell’aumento del colesterolo nel sangue e legati a problemi come l’occlusione delle arterie, l’arteriosclerosi, l’infarto del miocardio). I polifenoli hanno un sapore amaro e piccante, quindi se in un olio si ritrovano queste due note di sapore, significa che i polifenoli sono presenti ed è quindi buono. I nostri Nebrodi hanno un olio extravergine d’oliva che ha avuto la Denominazione di Origine Protetta (meglio nota come DOP), un marchio di tutela attribuito dall’Unione Europea agli alimenti quando le caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente dal territorio in cui sono stati prodotti. Si tratta dell’olio extravergine d’oliva “VALDEMONE DOP”, prodotto da piante (o cultivar) del nostro territorio chiamate “Santagatese”, “Ogliarola messinese” e “Minuta” (o nasitana), con spiccate presenze di polifenoli;
  • Agrumi, in particolare il Limone verdello, il Limone Interdonato e il Limone in seccagno di Pettineo, che, oltre ad essere frutti ricchi di vitamina C, sono ottimi per condire (insieme all’olio extravergine d’oliva) i nostri piatti di pesce o di carne;
  • Suino Nero dei Nebrodi, allevato nel nostro bellissimo Parco dei Nebrodi allo stato semibrado in ampie zone adibite a pascolo (solo in limitati casi si ricorre all’integrazione alimentare). E’ inserito tra i Presìdi Slow Food, produzioni tradizionali che valorizzano i territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvando dall’estinzione razze autoctone. Le parti magre delle carni, da consumare con dovuto giudizio, sono certamente genuine, ricche di nutrienti salutari, preferibili rispetto ad animali allevati in modo intensivo;
  • Provola dei Nebrodi, anch’essa inserita tra i Presìdi Slow Food, è un tradizionale caciocavallo siciliano prodotto artigianalmente dai casari dei nostri Nebrodi con latte vaccino crudo e caglio d’agnello o di capretto. Prima della filatura la pasta è manipolata a lungo con una tecnica simile a quella usata per impastare il pane, grazie alla quale il formaggio tende a sfogliarsi in bocca. È un ottimo formaggio da tavola, utilizzato anche come ingrediente in alcuni nostri piatti tipici. Acquisisce tutte le proprietà nutrizionali del latte prodotto da animali che vivono in zone incontaminate;
  • Salame Sant’Angelo di Brolo (IGP) è un insaccato a base di carne di maiale allevato sui Nebrodi. E’ l’unico salume con Indicazione Geografica Protetta della Sicilia, che merita di essere assaggiato nell’ambito di un piano alimentare controllato ed equilibrato;
  • Nocciole dei Nebrodi, in dialetto nucidde, sono una varietà coltivata in particolare a Tortorici, Ucria, Castell’Umberto, Longi, Galati Mamertino, San Salvatore di Fitalia e Sinagra. Con la caratteristica forma tonda, sono molto apprezzate per la loro consistenza, per il loro aroma e per il profumo intenso. Dopo la mandorla, la nocciola è il frutto che contiene il maggiore quantitativo di vitamina E, insieme a composti fenolici, sali minerali e acidi grassi monoinsaturi, che, assunti in modo bilanciato, possono aiutare a mantenere in salute l’apparato cardiovascolare e a tenere sotto controllo il colesterolo;
  • Miele dell’Ape Nera Sicula, anch’esso inserito tra i Presìdi Slow Food, è prodotto da un’ape nera tipica del nostro territorio, che è molto docile, tanto che non servono maschere nelle operazioni di smielatura, è molto produttiva – anche a temperature elevate, quando le altre api si bloccano – e sopporta bene gli sbalzi di temperatura. La nera sicula inoltre sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evitando il blocco invernale comune alle altre specie, e consuma meno miele delle altre api. Il miele di ape nera sicula è particolarmente apprezzato dal punto di vista organolettico, anche rispetto a quello prodotto con le api di altre razze.

Tutti i prodotti che ho descritto hanno oggi regole di produzione (o disciplinari) sempre più precisi che tendono a certificarne la qualità; sono anche inclusi nell’apposito elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (PAT), istituito dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) con la collaborazione della Regione Siciliana. Dal punto di vista etico, poi, i nostri produttori stanno lavorando con molta serietà, per consentire a questi prodotti dei Nebrodi di diventare una vera eccellenza non solo culinaria, ma anche nutrizionale.

Accanto a questi prodotti della nostra provincia, in un’ipotetica “Dieta dei Nebrodi”, potremo certamente inserire anche le ottime verdure siciliane, come le Cipolle di Giarratana, il Pomodoro di Pachino, l’Aglio rosso di Nubia o i capperi delle nostre isole minori, nonché la nostra buona frutta, come, ad esempio, le Arance rosse di Sicilia o il Ficodindia dell’Etna.

E’ certamente opportuno ricordare di non abusare mai di un singolo alimento, né esagerare sulle quantità, principalmente per coloro che hanno patologie accertate. Pertanto, anche se si vuole seguire una “Dieta dei Nebrodi”, è bene rivolversi ad un professionista della nutrizione, come un biologo nutrizionista, per trovare la migliore soluzione sulla base di una diagnosi individuale.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 26 aprile 2019, ore 18,17.

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