Salute&Benessere: Quando prendo farmaci posso mangiare quello che mi pare?

Cosa mangiare quando si prendono farmaci, anche di vario genere o per diverse patologie o per una cosa di routine? Un interrogativo che molti si pongono e per la cui risoluzione se ne occupa la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”…

Oggi voglio esporvi un argomento di comune interesse poiché prima o poi tutti avremo la necessità di prendere un farmaco anche per curare problematiche banali. Nella sezione “Falsi miti e Bufale dell’Istituto Superiore di Sanità” vengono evidenziati numerosi esempi di interazione tra farmaci e alimenti.

“Non si parla molto dell’effetto che alcuni alimenti possono avere sull’efficacia dei farmaci che assumiamo, viene riportato testualmente sul sito dell’ISS, ma tra i fattori che concorrono al buon esito di una terapia, un’importanza non trascurabile rivestono le interazioni del farmaco con integratori, prodotti erboristici e alimenti. Cibi e bevande possono influire sull’effetto di un farmaco rendendolo inefficace, potenziandone gli effetti tossici o un particolare effetto collaterale o addirittura possono creare effetti indesiderati anche gravi. Chi assume un medicinale dovrebbe quindi seguire attentamente le avvertenze contenute nel foglio illustrativo e le raccomandazioni del medico riguardo le modalità di assunzione del farmaco e le possibili interazioni con i cibi e le bevande nel corso del trattamento. L’alcol, ad esempio, continua il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, può amplificare o ridurre l’effetto di molti medicinali. Il succo di pompelmo andrebbe evitato se si assumono farmaci come ciclosporina (un immunosoppressore), buspirone (un ansiolitico), chinino (anti-malarico), triazolam (ansiolitico), e alcuni farmaci calcio-antagonisti, antistaminici e per l’ipertensione. La liquirizia può aumentare la tossicità di farmaci a base di digossina, usati per trattare alcune patologie cardiache e può ridurre gli effetti di alcuni farmaci, inclusi alcuni diuretici, utilizzati per il trattamento della ipertensione arteriosa. Gli inibitori delle monoaminoossidasi (MAO), usati come ansiolitici antidepressivi, non dovrebbero essere assunti con quantità eccessive di cioccolato. La caffeina contenuta nel caffè ma anche nel cioccolato o in alcune bevande energetiche può interagire con alcuni stimolanti (metilfenidato), potenziandone il loro effetto, o contrastare l’effetto di sedativi (zolpidem). Interazioni farmacologiche sono possibili anche con gli integratori alimentari. L’erba di san Giovanni (iperico perforato), agendo sui meccanismi che nel fegato regolano il metabolismo dei farmaci, può ridurre la concentrazione nel sangue di alcune molecole come la digossina, la lovastatina e il sildenafil. Anche il ginseng può influire su alcuni farmaci, ad esempio può aggravare gli effetti di sanguinamento del warfarin, dell’eparina, dell’aspirina e di farmaci anti-infiammatori non steroidei come l’ibuprofene, il naproxene, il ketoprofene. Inoltre la combinazione di ginseng con gli inibitori della MAO può causare mal di testa, disturbi del sonno, nervosismo e iperattività. Il Ginkgo Biloba ad alte dosi, riduce l’efficacia di farmaci (come carbamazepina e acido valproico) usati per il trattamento delle crisi epilettiche.
L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, conclude l’ISS, raccomanda infatti di leggere sempre con attenzione le interazioni degli alimenti descritte nel foglietto illustrativo presente in tutte le confezioni di farmaci ed ha pubblicato una sintesi delle interazioni farmaci-alimenti sulla base di una guida curata dall’FDA (Food and Drug Administration), l’Agenzia regolatoria statunitense che si occupa di farmaci”.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non 

essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 30 aprile 2021, ore 18,00. 

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