Salute&Benessere: Salute del fegato e analisi del sangue, la bilirubina

Ancora il percorso sulle analisi del sangue nella puntata n. 65 della rubrica “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, che focalizza l’attenzione, in particolare, sulla salute del fegato e la bilirubina…

Continuiamo questa settimana il nostro percorso sull’importanza delle analisi del sangue per poter stabilire un quadro clinico sulla nostra salute. Ricordiamoci che dai valori delle analisi non scaturisce automaticamente alcuna dieta, ma i risultati del prelievo sono la premessa che un nutrizionista qualificato deve leggere prima di iniziare una vista accurata (che in genere dura un’ora), durante la quale saranno poi svolti anche esami specifici come la Bioimpedenziometria (Body Impedence Assessment o B.I.A.) e la plicometria. Solo dopo questi esami specialistici, il professionista della nutrizione sarà in grado di stilare un piano alimentare basato sulle reali esigenze del singolo paziente. Ricordiamoci sempre che, nella nutrizione umana, non ci sono formule magiche, così come non esiste una dieta buona per tutti!

Oggi ci soffermiamo sull’importanza della salute del fegato, fondamentale per il nostro benessere, in quanto sovrintende alla sintesi dei lipidi, al metabolismo dei carboidrati e alla detossificazione di scorie metaboliche e di sostanze nocive. E’ il più grosso “laboratorio chimico” del nostro corpo; possiamo sopravvivere senza la milza o la cistifellea, ma se il fegato non funziona bene, l’intero organismo si potrebbe trovare nei guai. Per quanto efficace esso sia, il fegato non può ovviamente fare miracoli. Se la quantità di tossine da trattare è eccessiva, la sua capacità depurativa si satura e tali sostanze ritornano nel sangue con tutta la loro pericolosità. L’eccessiva alimentazione è uno dei motivi del suo malfunzionamento, perché impedisce al fegato di impegnarsi anche nella detossificazione dell’organismo, oltre che nella sintesi e nell’elaborazione dei nutrienti.

Per avere conferma che il nostro fegato funziona bene, sarà importante conoscere il valore della bilirubina, una sostanza che deriva dalla degradazione dell’emoglobina. La gran parte della bilirubina deriva dal normale processo di distruzione dei globuli rossi esausti, che hanno una vita di circa 120 giorni: dapprima vengono degradati dalla milza e sono inglobate nella biliverdina, poi i residui sono trasportati a livello epatico per essere metabolizzati. In condizioni normali, tutta la bilirubina che origina dall’emoglobina viene eliminata mediante un meccanismo che solitamente si trova in equilibrio: ciò che viene prodotto, è anche processato per essere degradato. Tuttavia, se si nota un colorito giallastro della pelle e degli occhi, ci troviamo difronte a un ittero, una condizione clinica causata dalla bilirubina alta in circolo.

I livelli ematici di bilirubina diretta e totale, rilevati con un semplice esame del sangue (le concentrazioni di bilirubina indiretta si ottengono per differenza, sottraendo dal valore totale quello della forma coniugata), sono utili al professionista qualificato per:

  • verificare la piena funzionalità del fegato;
  • diagnosticare e/o monitorare malattie epatiche, come ad esempio cirrosi, epatiti o calcoli;
  • controllare i pazienti affetti da anemia falciforme o da altre cause di anemia emolitica, che possono avere episodi di “crisi” in cui si nota un’eccessiva distruzione di eritrociti, con l’aumento della bilirubina.

Nel concludere, ribadisco l’importanza di rivolgersi sempre a un professionista qualificato, affinché, anche con un corretto piano alimentare individuale, possa trovare una soluzione alla patologia sofferta o prevenire più gravi conseguenze.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 3 agosto 2018, ore 20,19.

 

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