Barcellona P.G.: Nuovo pentito, è Salvatore Micale (condannato a 30 anni per omicidio)

Un altro esponente di spicco del clan mafioso dei “Barcellonesi” ha deciso di varcare il fronte. Collabora con la giustizia da qualche tempo SALVATORE MICALE (foto in alto), 48 anni, inteso “Calcaterra”. L’uomo è stato condannato definitivamente a 30 anni di reclusione per omicidio nel settembre scorso. Il servizio…

Un altro esponente di spicco del clan mafioso dei “Barcellonesi” ha deciso di varcare il fronte. Collabora con la giustizia da qualche tempo Salvatore Micale, 48 anni, inteso “Calcaterra”, già operatore ecologico e dipendente della cooperativa “Libertà e Lavoro”, poi diventato commerciante di animali domestici. Sulla scia dei vari Carmelo e Francesco D’Amico (fratelli), Nunziato Siracusa, Aurelio Micale, Salvatore Campisi, tutti affiliati o egemoni al clan dei “Barcellonesi” il cui antesignano è stato l’ex capo della cosca dei “Mazzarroti” Carmelo Bisognano, anche Salvatore Micale ha deciso di vuotare il sacco e le sue confessioni sono raccolte dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

Il 30 settembre 2022, a Barcellona Pozzo di Gotto, i carabinieri del R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale), con il supporto dei militari del Comando Provinciale di Messina, avevano dato attuazione a un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di Salvatore Micale. Il provvedimento seguiva la sentenza della Cassazione emessa il 16 settembre che aveva determinato il rigetto del ricorso proposto da Micale avverso la sentenza di condanna a 30 anni di reclusione inflitta in primo grado il 28 maggio 2020 e confermata dalla Corte d’Appello di Messina il 14 ottobre 2021, rendendo così definitiva la pena inflitta nei due gradi di giudizio.

Salvatore Micale era stato tratto in arresto dai carabinieri del R.O.S. il 30 gennaio 2019, a Barcellona Pozzo di Gotto, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ad esito dell’attività investigativa scaturita dall’operazione “Nemesi” che aveva puntualmente ricostruito una serie di omicidi commessi tra il 1997 e il 2001 per motivi afferenti alle dinamiche interne e agli interessi della famiglia mafiosa dei “Barcellonesi”. In particolare Salvatore Micale è stato ritenuto responsabile, in concorso con altri, dell’omicidio di Giovanni Catalfamo, commesso a Barcellona il 29 settembre 1998, fatto aggravato poiché commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. (associazione mafiosa) e al fine di agevolare le attività dell’associazione di tipo mafioso dei “Barcellonesi”. Il venditore ambulante Giovanni Catalfamo fu ucciso nel cortile del condominio “Cavaliere” di contrada Oreto a Barcellona e per un regolamento di conti all’interno dei clan del barcellonese. Quella sera, secondo anche il racconto di alcuni collaboratori di giustizia, un commando attese il ritorno a casa della vittima designata che, non appena scesa dalla vettura, fu crivellata a colpi di arma da fuoco. Secondo l’accusa, ed il racconto dei pentiti, a bordo della moto che entrò in azione c’erano Carmelo D’Amico, già a capo del braccio armato del clan dei “Barcellonesi” e da alcuni anni transitato tra le fila dei collaboratori di giustizia e Antonino Calderone, inteso “Caiella”. Sarebbe stato Salvatore Micale ad avvertirli del rientro a casa del venditore ambulante con alcuni squilli al telefonino ai quali c’era l’ordine di non rispondere. I pentiti che hanno incastrato Salvatore Micale sono stati lo stesso Carmelo D’Amico, il fratello Francesco e Aurelio Micale.

            Giuseppe Lazzaro

Edited by, mercoledì 3 maggio 2023, ore 9,32.   

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