Messina: Operazione antidroga nel rione Fondo Fucile, 26 arresti. Indagati anche degli infermieri

Blitz antidroga a Messina con una operazione che stamane ha portato all’esecuzione di 26 arresti: 13 in carcere e 13 ai domiciliari. Tra gli indagati anche degli infermieri in servizio in ospedali della città. Le indagini, coordinate dalla DDA, sono state seguite dalla Squadra Mobile. 120 i poliziotti impegnati dalla notte di vari reparti. Il servizio sul link Cronaca con i nomi degli arrestati…

GIUSEPPE LAZZARO 

Blitz antidroga a Messina. Nelle prime ore della mattinata odierna la Polizia della Questura, ancora diretta dal Questore Gabriella Ioppolo prima del suo trasferimento a Roma già annunciato, è stata impegnata in un’operazione che ha portato all’esecuzione di 26 arresti: 13 in carcere e 13 ai domiciliari. L’operazione rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e condotte dalla Squadra Mobile su un gruppo (guidato da tre fratelli, i Coppolino) dedito allo spaccio di stupefacenti nel rione Fondo Fucile.

L’indagine risale al 2020 quando, durante una serie di controlli sul territorio e di perquisizioni effettuate in alcuni locali e abitazioni del rione, venne scoperta un’attività di spaccio e detenzione di droga. In seconda battuta gli inquirenti hanno tenuto sotto controllo la famiglia ritenuta al vertice di questa organizzazione: le intercettazioni telefoniche, ambientali, la visione delle immagini delle telecamere installate in prossimità della zona interessata e i numerosi riscontri all’attività di spaccio hanno permesso di far emergere l’esistenza di un vero e proprio sodalizio che si occupava di tutte le fasi dello spaccio: approvvigionamento, custodia e lavorazione della droga, poi rivenduta sul territorio cittadino e in provincia (Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca Tirrena). Durante l’espletamento delle indagini è altresì emersa la posizione di un infermiere, in servizio presso una struttura ospedaliera di Messina, il quale è risultato essere in frequente contatto con i membri dell’associazione con a capo i tre fratelli del rione Fondo Fucile, rendendosi disponibile, all’occorrenza, a svolgere per conto loro e nel loro interesse varie attività tra cui anche quella di intermediario per la cessione di qualche dose a terzi soggetti.

I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di accertare il coinvolgimento dell’infermiere anche in ulteriori affari illeciti, in concorso con altri cinque colleghi. Ed invero, tali operatori sanitari, nel periodo in cui insisteva l’emergenza sanitaria da Coronavirus, si sono appropriati di kit di tamponi dell’Azienda Ospedaliera impiegandoli per l’esecuzione del test da effettuare privatamente dietro corresponsione di un corrispettivo in denaro; inoltre, si sono appropriati furtivamente di farmaci e di materiale sanitario di cui avevano la disponibilità in ragione del loro impiego, utilizzandoli per svolgere privatamente attività di assistenza ai pazienti. Ulteriore condotta illecita che l’infermiere è risultato aver posto in essere nel periodo in esame, è risultata essere la compilazione di false certificazioni che attestassero l’esito negativo di tamponi mai effettuati, al fine di consentire l’accesso in locali di ristorazione nel periodo in cui era previsto l’obbligo di presentazione del Green pass o di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti.

Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, il Gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 13 indagati e quella degli arresti domiciliari per gli altri 13 soggetti.

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla Squadra Mobile di Messina, con l’ausilio di personale della S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo) di Messina, delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Enna e Vibo Valentia, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Calabria Meridionale” e dei Commissariati di P.S. della Questura di Messina, per un totale di 120 agenti della Polizia di Stato.

I NOMI DEGLI ARRESTATI (tra parentesi luogo e date di nascita)

Arresti in carcere:

Andrea Coppolino (Messina, 20-10-1996)

Piero Coppolino (Messina, 20-10-1996)

Giovanni Coppolino (Messina, 13-9-1968)

Sonia Longo (Messina, 13-5-1972)

Caroline Currò (Messina, 8-3-1999)

Francesco Pio Currò (Messina, 4-10-2002)

Daniela Allia (Messina, 19-6-1971)

Simone Ferio (Messina, 4-3-1985)

Antonino Guerrini (Messina, 30-9-1976)

Davide Crisari (Messina, 2-3-1997)

Giuseppe Basile (Milazzo, 2-12-1966)

Michael Soldino (Milazzo, 30-4-1988)

Francesco Pellegrino (Messina, 24-8-2001)

Arresti domiciliari:

Alessio Coppolino (Messina, 8-7-1989)

Domenico Allia (Messina, 21-8-1982)

Giosuè Orlando (Messina, 10-5-1992)

Pietro Pappalardo (Messina, 23-6-1987)

Francesco Basile (Milazzo, 20-1-1980)

Bartolo Mussillo (Messina, 19-12-1998)

Massimiliano Peluso (Messina, 9-5-1983)

Alessandro Pandolfino (Messina, 31-3-1979)

Giovanni Lombardo (Messina, 11-6-1969)

Giuseppe Greco (Messina, 2-4-1971)

Antonio Andreacchio (Messina, 14-5-1977)

Fabio Venuti (Messina, 6-10-1979)

Alessandro Coco (Messina, 30-12-1966)

Edited by, mercoledì 14 febbraio 2024, ore 11,37. 

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