Nebrodi: Il traffico di droga con la Calabria. 7 condanne (3 con pena sospesa) al Tribunale di Patti

Davanti al collegio giudicante del Tribunale di Patti si è concluso con 7 condanne il processo di primo grado, con il rito ordinario, nei confronti di altrettanti imputati (su 13 indagati iniziali), coinvolti in una inchiesta, coordinata dalla DDA di Messina e scattata il 6 ottobre 2023, su un vasto giro di droga, prevalentemente marijuana e cocaina, gestita da un gruppo che avrebbe avuto base operativa nei comprensori di Sant’Angelo di Brolo e Raccuja. Dopo le tre condanne con l’abbreviato ed un patteggiamento in un precedente filone, sono stati condannati 7 imputati (tre con la pena sospesa) di Sant’Angelo di Brolo, Raccuja, Sinagra e Patti. I dettagli ed i nomi nel servizio…

GIUSEPPE LAZZARO

Davanti al collegio giudicante del Tribunale di Patti (presidente Giuseppe Samperi, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon) si è concluso con 7 condanne il processo di primo grado, con il rito ordinario, nei confronti di altrettanti imputati (su 13 indagati iniziali), coinvolti in una inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su un vasto giro di droga, prevalentemente marijuana e cocaina, gestita da un gruppo che avrebbe avuto base operativa nei comprensori di Sant’Angelo di Brolo e Raccuja e stretti contatti con esponenti del clan mafioso dei Bontempo Scavo di Tortorici nonché rapporti con fornitori calabresi e catanesi. La droga sarebbe stata poi smerciata ad una fitta rete di acquirenti a Sant’Angelo di Brolo, Brolo, Raccuja, Sinagra, Capo d’Orlando, Gioiosa Marea, Patti, Naso, Ficarra e Piraino.

LA SENTENZA

PIERA MIRELLA MONDELLO, 54 anni, di Sant’Angelo di Brolo: CONDANNA A 13 ANNI E 10 MESI DI RECLUSIONE;

DARIO DI PERNA, di Raccuja: CONDANNA A 12 ANNI;

MIRKO MANIACI, 30 anni, di Sant’Angelo di Brolo: CONDANNA A 6 ANNI E 10 MESI;

ANTONINO TUCCIO, 35 anni, di Raccuja: CONDANNA A 6 ANNI E 10 MESI;

FRANCESCO COTUGNO, 30 anni, di Raccuja; SALVATORE RATTO, 39 anni, di Sinagra e ALESSANDRO FARANDA, 37 anni, di Patti: TUTTI CONDANNATI A 8 MESI (PENA SOSPESA).

Il PM Andrea Apollonio, nella sua requisitoria dello scorso marzo, aveva chiesto la condanna a 20 anni e 6 mesi di reclusione per Dario Di Perna; a 16 anni e 6 mesi per Piera Mondello; 10 anni e 6 mesi per Antonino Tuccio e Mirko Maniaci. Inoltre era stata sollecitata la condanna a 3 anni e 3 mesi per Francesco Cotugno e 3 anni per Alessandro Faranda e Salvatore Ratto. Alcuni capi di imputazione sono stati, inoltre, riqualificati.

A difendere gli imputati sono stati gli avvocati: Antonio Spiccia, Carmelo Occhiuto, Manuela Alessandrino, Giuseppe Tortora, Giuseppe Condipodero, Marilena Bonfiglio, Alessandro Pruiti Ciarello e Alessandra Ioppolo. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

IL RITO ABBREVIATO E I PATTEGGIAMENTI

In precedenza si era chiusa con tre condanne, due delle quali parecchio pesanti, l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Messina Eugenio Fiorentino per i tre giudizi abbreviati. Gli imputati che avevano optato per il giudizio abbreviato erano tre: Nunzio Emiliano Franzone, 45 anni, di Raccuja; Michele Siragusano, 51 anni, di Sant’Angelo di Brolo e Bruno Emanuele, 27 anni, originario di Serra San Bruno (Vibo Valentia). Il giudice Fiorentino aveva condannato a 16 anni e 8 mesi Michele Siragusano, ritenuto il capo dell’organizzazione. Poi 15 anni era stata la condanna per Emiliano Franzone, per il quale il giudice ha ritenuto sussistente la qualifica di capo promotore, che invece era stata esclusa dal Gip in sede di ordinanza cautelare; infine 3 anni e 6 mesi era stata la condanna per il calabrese Bruno Emanuele.

Lo stesso giudice aveva disposto un patteggiamento per Salvatore Ridinò, 41 anni, di Gioiosa Marea, a 2 anni e 4.000 euro di multa, pena sospesa, previa derubricazione del reato nell’ipotesi lieve.

Erano state stralciate le posizioni di altri due indagati che figuravano nell’avviso di conclusione indagini – Giuseppe Licastro, di Reggio Calabria e Antonino Pappalardo, di Paternò (CT) – con quest’ultimo che aveva depositato dichiarazioni scritte, davanti al Tribunale del Riesame di Messina e venne poi sentito in un nuovo interrogatorio.

L’OPERAZIONE

Nell’ambito di articolate attività di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia -, militari del Comando Provinciale della guardia di finanza di Messina, all’alba del 6 ottobre 2023, avevano dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Messina Tiziana Leanza con cui fu disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 persone, sottoposte a indagine, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa aveva preso avvio dalla segnalazione dei funzionari della dogana tedesca che, presso l’aeroporto di Francoforte sul Meno, sottoponevano a sequestro alcune spedizioni postali, contenenti piccole dosi di sostanze stupefacenti destinate al territorio peloritano. Gli immediati approfondimenti, sviluppati dagli specialisti del Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, facevano ipotizzare l’esistenza di un ben più strutturato traffico internazionale di sostanze stupefacenti, in cui risultavano effettivamente coinvolti diversi soggetti domiciliati in provincia di Messina e nei Nebrodi in particolare. Data l’elevata professionalità dei personaggi coinvolti le investigazioni, condotte attraverso le classiche attività di osservazione, appostamenti e controlli, ed integrate con intercettazioni telefoniche e ambientali, consentirono di ricostruire, in modo dettagliato, i ruoli e le funzioni dei singoli appartenenti all’organizzazione criminale. La droga era destinata ad una fitta rete di acquirenti domiciliati nei comuni di Sant’Angelo di Brolo, Brolo, Raccuja, Sinagra, Capo d’Orlando, Gioiosa Marea, Patti, Naso, Ficarra e Piraino.

La consorteria aveva la propria base nei comprensori di Sant’Angelo di Brolo e Raccuja e manteneva stretti contatti con esponenti del clan mafioso dei Bontempo Scavo di Tortorici e con fornitori calabresi e catanesi, appartenenti, rispettivamente, ai più noti clan criminali quali i Pelle-Gambazza, con zona d’influenza nei comuni calabresi di San Luca e Bovalino e Alleruzzo-Assinnata, con zona d’influenza nel comprensorio catanese di Paternò, articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano. A capo del sodalizio ci sarebbe, per l’accusa, Michele Siragusano, di Sant’Angelo di Brolo, ritenuto dagli inquirenti gestore del traffico illecito, pianificatore delle strategie ed organizzatore degli approvvigionamenti. Poi c’erano i gregari, Dario Di Perna ed Emiliano Franzone, entrambi di Raccuja, che intervenivano nell’approvvigionamento e nel collocamento della droga sul mercato mentre Piera Mirella Mondello, legata sentimentalmente al Siragusano, è riconosciuta come “intranea” al gruppo con il ruolo di “muletto” nel trasporto di droga. Fu proprio quest’ultima ad essere stata arrestata nel marzo 2022 a Messina, appena sbarcata dal traghetto, con 1,1 kg di cocaina. Infine organici al sodalizio sono ritenuti Mirko Maniaci, di Sant’Angelo di Brolo e Antonino Tuccio, di Raccuja, dediti allo spaccio sul territorio.

Edited by, sabato 14 giugno 2025, ore 10,16. 

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