S.Agata Militello: Cloro al posto di interventi, la gestione superficiale dell’acqua

Si è svolto ieri sera il previsto Question time, al consiglio comunale di Sant’Agata Militello, sulla situazione dell’acqua: il consigliere di minoranza GIUSEPPE PULEO (foto in alto nel suo intervento) ha confermato dubbi e perplessità già emersi in una sua recente interrogazione. Il servizio…

TERESA FRUSTERI

È ormai un dato di fatto che al superamento dei limiti di legge per la presenza di batteri coliformi o Escherichia coli, ogni sindaco, su richiesta del responsabile del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Igiene, debba emanare un’ordinanza che vieti l’uso alimentare dell’acqua pubblica. A Sant’Agata di Militello, tuttavia, questo obbligo normativo sembra essersi trasformato in un’abitudine ciclica: l’amministrazione, guidata dal sindaco Bruno Mancuso, continua a ricorrere sistematicamente a ordinanze di non potabilità, senza però affrontare alla radice le cause strutturali del problema.

Durante il Question Time del consiglio comunale svoltosi ieri sera, il consigliere di minoranza Giuseppe Puleo ha sollevato con fermezza la questione, chiedendo spiegazioni al vice sindaco Calogero Pedalà, apparso visibilmente in difficoltà nel fornire risposte convincenti.

“Se nell’ultimo anno la contaminazione si ripresenta ciclicamente – ha osservato Puleo – è evidente che ci troviamo di fronte a un problema strutturale della rete idrica, probabilmente legato a infiltrazioni nella condotta, ormai vetusta, e potenzialmente contaminata dalla rete fognaria”.

Nonostante la gravità della situazione, la risposta dell’amministrazione è sempre la stessa: un aumento massiccio della clorazione dell’acqua. Una soluzione tampone, che non solo non risolve le criticità alla radice, ma rischia di introdurre nuovi problemi per la salute pubblica. L’eccessiva presenza di cloro residuo nell’acqua, infatti, può provocare irritazioni respiratorie, disturbi gastrici e, nel lungo periodo, contribuire allo sviluppo di patologie gravi, come l’arteriosclerosi. Inoltre, la reazione del cloro con sostanze organiche può generare sottoprodotti tossici come i trialometani (THM), alcuni dei quali riconosciuti come potenzialmente cancerogeni. Secondo il consigliere Puleo, le analisi in suo possesso dimostrerebbero che la presenza di batteri coliformi è stata un fenomeno ricorrente nel corso dell’ultimo anno, sollevando dubbi molto seri sull’idoneità dell’acqua al consumo umano. A ciò si aggiungono gravi carenze nella regolarità dei controlli e ritardi preoccupanti nell’emissione delle ordinanze di non potabilità, che hanno inevitabilmente compromesso la tempestività degli interventi a tutela della salute pubblica.

Si profila, dunque, una gestione superficiale e inefficace del servizio idrico da parte dell’amministrazione comunale, incapace di adottare una strategia di lungo periodo che vada oltre l’emergenza e il palliativo. È urgente un piano di riqualificazione dell’intera rete idrica e una maggiore trasparenza nella comunicazione ai cittadini che hanno il diritto di sapere se l’acqua che scorre dai loro rubinetti è davvero sicura. In gioco non c’è solo l’efficienza amministrativa ma la salute e la fiducia della collettività.

Edited by, venerdì 23 maggio 2025, ore 11,55. 

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