Salute&Benessere: Fuoco di S.Antonio, cosa è, come si previene a tavola?

Dopo la pausa ferragostana riprende la nostra rubrica di grande successo “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova. Argomento della settimana per la puntata n. 67: il fuoco di S.Antonio, tanto temuto e che ha una matrice alimentare. Cosa è e come si previene a tavola?…

Quanti di noi, sin da bambini, hanno sentito tanti anziani lamentarsi o sperare di non essere colpiti dal temuto fuoco di S.Antonio? Io credo che tutti noi abbiamo conosciuto almeno una persona nella vita che è stata alle prese con questa patologia e, di certo, ne avrebbe fatto volentieri a meno. Iniziamo col precisare cos’è il fuoco di S. Antonio.

Questa è una malattia provocata dal virus Herpes Zoster e interessa le terminazioni nervose e la pelle circostante. L’Herpes Zoster è una riattivazione del virus che causa la Varicella (virus Varicella -Zoster indicato con l’acronimo VZV); alla guarigione dalla varicella il VZV si rifugia nelle cellule nervose e lì resta inattivo o latente, cioè in una fase di letargo. Dopo anni o anche decenni, il virus può uscire dalle cellule nervose, correre lungo il nervo e provocare l’infezione nella zona di cute su cui quel nervo passa.

Ogni anno circa 300.000 persone, più donne che uomini, sono colpite da questa malattia e, anche se le cause non sono ancora del tutto certe, sappiamo che la compromissione del sistema immunitario ha un ruolo determinante. Di solito si manifesta una sola volta nella vita, ma a volte può ripresentarsi. Se le difese immunitarie si abbassano è molto più facile che si manifesti la malattia. Fattori di rischio sono dunque, tra gli altri, l’età avanzata, forti periodi di stress, risposta ad alcuni farmaci, infezione da HIV ed esposizione a immunotossine.

I sintomi che precedono l’eruzione cutanea sono abbastanza ambigui e vanno dal mal di testa alla febbre, al formicolio, al bruciore o pizzicore, all’ipersensibilità fino al malessere generale; spesso si notano anche dei linfonodi ingrossati. Dopo qualche giorno da questi sintomi ecco il chiaro segnale dell’Herpes Zoster: un rash cutaneo con la zona di pelle arrossata e gonfia, sulla quale si possono distinguere delle bolle che col passare dei giorni si rompono e formano delle croste che portano alla guarigione. Questa fase dura circa 10-15 giorni, ma il forte dolore che precede l’eruzione cutanea è dovuto all’infiammazione scatenata dal passaggio del virus sul nervo e potrebbe durare mesi o, nei casi più gravi dare origine alla nevralgia post-erpetica che può durare anni o addirittura non guarire mai. Di solito il rash cutaneo può apparire nella zona addominale, in quella toracica o sul viso, e solo da un lato, nel cosiddetto dermatomero.

Non esiste una cura per il fuoco di S. Antonio, ma il trattamento è finalizzato ad alleviare i sintomi in attesa di una risoluzione spontanea; il medico può consigliare l’assunzione di farmaci antivirali, antinfiammatori e integratori a base di vitamine del gruppo B (che aiutano ad alleviare il dolore).

La prevenzione dell’Herpes Zoster inizia a tavola, in quanto la dieta deve sostenere la funzione immunitaria.

Amici del sistema immunitario sono la vitamina C, un potente antiossidante che si contrappone alla proliferazione virale, la vitamina D, in quanto è dimostrato che il calciferolo partecipa al trofismo del sistema immunitario, le vitamine A ed E, antiossidanti che insieme alla vitamina C contrastano l’azione dei radicali liberi.

Via libera dunque al consumo di ortaggi e frutti come peperoni, peperoncino, agrumi, kiwi, mele, lattughe, broccoli, zucca (possibilmente crudi perché la cottura danneggia la vitamina C), pesce, tuorlo d’uovo, carote, albicocche, meloni e olio extravergine d’oliva.

Altre molecole che vengono in aiuto sono lo zinco, efficace in alcune infezioni virali per ridurre la gravità e la durata della malattia, gli isoflavoni contenuti nella soia, negli ortaggi e nei frutti, che ostacolano l’azione dei radicali liberi. Come dimenticare i probiotici e i prebiotici: i probiotici sono i batteri naturalmente presenti nell’intestino, mentre i prebiotici sono le molecole che li nutrono. Poiché esiste una correlazione positiva tra la flora batterica intestinale e l’efficienza del sistema immunitario, alcuni studi reputano indispensabile preservare la salute di questi microrganismi nella dieta per il fuoco di S.Antonio. La quota dietetica dei probiotici può essere incrementata consumando, ad esempio, yogurt e kefir, ma anche fibre alimentari solubili e carboidrati che svolgono un’ottima azione prebiotica.E’ consigliato ridurre gli zuccheri raffinati, i grassi saturi e quelli idrogenati ed è fondamentale mantenere anche il giusto rapporto dei macronutrienti. Ricordiamo infine che, secondo alcuni studi, dovrebbero essere evitati quei cibi ad elevato contenuto di arginina e basso contenuto di lisina.

Isabella Salvia

Edited by, venerdì 24 agosto 2018, ore 18,11.

 

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