SALUTE&BENESSERE: IL GIROVITA INFLUENZA LA NOSTRA RISPOSTA AL VIRUS SARS-COV-2?

Riprende, dopo un breve periodo di forzata pausa, la rubrica di grande seguito “Salute&Benessere”, curata da cinque anni dalla dottoressa ISABELLA SALVIA (foto in alto), nutrizionista con studio a Torrenova ed esperta di medicina in generale. Primo argomento affrontato per il primo servizio del 2022: tanto per cambiare il Covid ma analizzato con il girovita dell’influenza…

Di solito la pancia troppo prominente è un cruccio che ci affligge soprattutto nella bella stagione in vista della prova costume, eppure il grasso che si deposita sul girovita è un problema serio di cui non dimenticarsi in nessuno dei dodici mesi dell’anno. Anzi, l’inverno è in un certo senso la stagione più pericolosa, perché nei mesi freddi tendiamo a seguire uno stile di vita più sedentario e meno sano, che ci porta a mettere su qualche chilo di troppo. Se questo grasso in più si deposita su cosce e glutei, il problema è soprattutto di tipo estetico: se invece va a posizionarsi sulla pancia, la questione è più complicata perché il grasso addominale è pericoloso per la salute.

L’eccesso di grasso addominale, come ben sappiamo, si associa ad un rischio statisticamente più elevato di malattie cardiache, ipertensione, insulino-resistenza e diabete di tipo 2. Con un aumento del rapporto tra vita e fianchi e anche solo della circonferenza vita, in generale, aumenta anche il rischio di morte. All’obesità addominale viene correlata anche la sindrome metabolica, i disordini lipidici del sangue (dislipidemie), l’infiammazione sistemica, ridotta tolleranza al glucosio e insulino-resistenza, diabete mellito di tipo 2 conclamato e aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Questi sono dati risaputi da ormai molto tempo. Quello che fino a ieri non si sapeva, invece, è che nelle persone affette da obesità addominale gli anticorpi del vaccino contro il Covid diminuiscono in tempi più rapidi. A stabilirlo è uno studio condotto dall’Università di Milano in collaborazione con l’Università di Miami e pubblicato sulla rivista scientifica Obesity.

L’obesità addominale è una malattia caratterizzata da uno stato infiammatorio cronico di basso grado. Per i soggetti che ne sono affetti, dunque, contrarre il virus, comporta la sovrapposizione di due processi infiammatori, elevando il rischio di contrarre la malattia in forma grave.

Lo studio dimostra che quando gli individui obesi ricevono il vaccino anti Covid, l’organismo reagisce sviluppando un numero inferiore e meno resistente di anticorpi rispetto ai soggetti non obesi. Per queste persone, dunque, sottoporsi ai richiami riveste un’importanza ancora maggiore.

Nello studio sono state valutate le risposte anticorpali specifiche di SARS-CoV-2 dopo la prima e la seconda dose del vaccino confrontando la risposta degli individui con obesità addominale con quelli senza, discernendo tra individui con o senza precedente infezione

Gli anticorpi neutralizzanti IgG sono stati misurati in quattro punti temporali: al basale, al giorno 21 dopo la dose 1 del vaccino, a uno e tre mesi dopo la dose 2. Gli anticorpi nucleocapsidi sono stati valutati per rilevare una precedente infezione da SARS-CoV-2. La circonferenza della vita è stata misurata per determinare l’obesità addominale.

Tra il primo e il terzo mese dopo la dose di vaccino 2, il calo dei livelli di IgG-TrimericS è stato maggiore negli individui con obesità addominale rispetto a quelli senza obesità addominale.

Le conclusioni dello studio rivelano che il calo dei livelli di anticorpi negli individui con obesità addominale può ulteriormente supportare le recenti raccomandazioni di offrire vaccini di richiamo agli adulti con condizioni mediche ad alto rischio, tra cui l’obesità e in particolare a quelli con fenotipo di obesità addominale più prevalente.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 14 gennaio 2022, ore 17,22. 

 

 

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