SALUTE&BENESSERE: LEGGIAMO LE ETICHETTE – 2

Leggere bene le etichette prima di capire la scelta dei prodotti da mangiare. Seconda parte in merito (la prima pubblicata venerdì scorso, vedere archivio) nel consueto appuntamento del venerdì sera con la rubrica di grande seguito “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale…

La scorsa settimana abbiamo iniziato a capire meglio il possibile aiuto che ci forniscono le etichette nella scelta dei prodotti da mangiare. Abbiamo compreso che una sana nutrizione parte da una spesa intelligente.

L’etichetta è la carta d’identità degli alimenti attraverso la quale il consumatore può ricavare molte informazioni utili. Una cosa molto importante da non dimenticare è che l’etichetta non deve avere alcun tipo di scritta o immagine che possa trarre in inganno il consumatore. Preliminarmente, sarebbe opportuno diffidare da quei prodotti sui quali sono affissi slogan che vantano proprietà curative ed effetti benefici che nella realtà non possiedono (es. “snellente” o “dimagrante”). Spesso leggiamo una serie di “senza…”, che raramente indicano un prodotto sano e nutriente!

Negli ultimi anni, le etichette hanno avuto diverse innovazioni (auspichiamo che ci siano sempre nell’ottica della trasparenza) sono state necessarie per far fronte ad alcuni problemi di salute pubblica. In particolare, per quanto riguarda la dicitura oli e grassi vegetali l’indicazione generica della categoria non è più sufficiente; le indicazioni relative ai grassi devono specificare la natura degli oli e grassi utilizzati (es. olio di palma, di cocco, di soia, di colza). Nel caso di miscele di oli va utilizzata la dicitura in proporzione variabile accompagnata dall’elenco dei vari oli componenti la miscela (es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati ecc.).

Inoltre esiste l’obbligo dell’indicazione delle sostanze che possono dare allergia (allergeni) evidenziandone il nome con un carattere di stampa diverso per dimensioni, stile o colore, da quello utilizzato per gli altri ingredienti, in modo da renderlo rapidamente visibile. L’obiettivo è di permettere al consumatore di essere informato di tutte le sostanze allergeniche presenti nell’alimento, sotto forma di ingredienti, additivi, aromi, coadiuvanti tecnologici o altro, che potrebbero causare allergie, ipersensibilità o intolleranze alimentari.

Per la tutela e per la sicurezza del consumatore, gli alimenti preconfezionati possono essere commercializzati solo se accompagnati dall’indicazione della produzione da cui provengono (partita). Quest’ultima è costituita da un codice cosiddetto alfanumerico, vale a dire formato da lettere e numeri, che indica senza possibilità di errore il lotto di appartenenza della derrata alimentare, in modo da poterla rintracciare e da seguire il percorso degli alimenti “dai campi alla tavola”. Grazie all’indicazione della partita è possibile rintracciare tempestivamente il prodotto in caso di problemi, in modo da poter intervenire immediatamente con azioni correttive, ritiri o richiami dal mercato.

Oggi sull’etichetta, oltre agli Aromi, possiamo leggere anche gli ADDITIVI utilizzati a scopo tecnologico dall’industria alimentare per conservare e rendere i prodotti più invitanti ed appetibili. Ne esistono centinaia e possono essere indicati dal nome per esteso o dalla sigla costituita dalla lettera “E” (che sta ad indicare che l’additivo è permesso in tutti i Paesi dell’Unione Europea) seguita da un numero che ne definisce la categoria d’appartenenza (es. glutammato monosodico o E621). La discussione sugli additivi, da sempre molto accesa, proveremo ad approfondirla nella prossima settima. Oggi ricordiamoci che più l’alimento è trasformato, più aumenta il numero di additivi. Sappiamo tutti che i prodotti industriali non dovrebbero essere in cima alla lista della nostra spesa!

In generale, è importante seguire alcuni accorgimenti per evitare di acquistare prodotti con un alto contenuto di additivi:

  • leggere l’etichetta, in modo da preferire alimenti con un basso contenuto di additivi;
  • controllare il prezzo degli alimenti con colori troppo appariscenti, se costa poco sicuramente sono stati impiegati coloranti artificiali, che sono additivi;
  • preferire i cibi freschi, evitando i cibi precotti e confezionati nei quali l’uso di additivi è spesso elevato.

RICORDIAMOCI CHE UNA ALIMENTAZIONE SANA INIZIA CON UNA SPESA INTELLIGENTE! VOGLIAMOCI SEMPRE BENE!

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 26 novembre 2021, ore 19,11. 

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