SALUTE&BENESSERE: MALATTIE INFIAMMATORIE INTESTINALI

Una speranza per tutti quei soggetti che soffrono di una malattia infiammatoria intestinale potrebbe arrivare da uno studio tutto italiano della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università del Salento. Questo il tema della puntata di questa settimana della rubrica “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, ripresa dopo la pausa pasquale della scorsa settimana…

Una speranza per tutti quei soggetti che soffrono di una malattia infiammatoria intestinale potrebbe arrivare da uno studio tutto italiano della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università del Salento.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista “Cellular Molecular Gastroenterology and Hepatology”. Secondo gli studiosi, un biomarcatore potrebbe indirizzare la scelta del farmaco nei soggetti con malattia infiammatoria intestinale, condizione di cui soffrono in Italia almeno 250mila persone.

Il team di ricerca ha dimostrato che, in molti dei pazienti affetti da questa condizione, alti livelli nel sangue della proteina interleuchina 1 beta possono evidenziare la mancata efficacia dei trattamenti generalmente impiegati, e di conseguenza orientare verso una terapia alternativa. Le cure generalmente utilizzate contro la malattia infiammatoria intestinale sono i farmaci biologici anti-TNF, a cui tuttavia non risponde, o cessa di rispondere dopo un breve periodo, tra il 20 e il 40% dei pazienti.

Ma cosa sono le malattie croniche intestinali?

Le malattie infiammatorie intestinali (inflammatory bowel disease – IBD) sono un gruppo di affezioni croniche a carattere flogistico, e comprendono la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa.

Le IBD colpiscono il sesso femminile con una frequenza leggermente superiore a quello maschile, con un esordio clinico che in genere si colloca tra i 15 e i 45 anni.

L’eziologia di queste malattie, cioè la causa di origine, rimane misconosciuta, mentre la patogenesi, ovvero l’evoluzione delle stesse, è considerata autoimmune.

Le IBD sono dunque malattie a genesi multifattoriale.

L’ipotesi patogenetica prevalente è quella di una reazione immunologica spropositata da parte dell’intestino nei confronti di antigeni, ad esempio i batteri costituenti il microbiota intestinale.

E’ noto che le malattie croniche intestinali presentino una certa familiarità, ovvero la tendenza a presentarsi con maggior frequenza nei parenti delle persone affette, ma non sono malattie ereditarie in senso stretto. Tra i fattori ambientali studiati c’è invece il fumo di sigaretta che potrebbe predisporre in particolare alla malattia di Crohn.

I sintomi più comuni che accompagnano le IBD sono il dolore addominale, il vomito, la diarrea, la flatulenza, il sangue e il muco nelle feci, lo stimolo frequente all’evacuazione con senso di incompleto svuotamento intestinale e perdita di peso. Chiaramente questi sintomi non sono esclusivi delle IBD e quindi è indispensabile rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Ciò che contraddistingue le malattie infiammatorie croniche dell’intestino non sono quindi i sintomi in sé, ma le alterazioni strutturali e biochimiche a cui vanno incontro tratti più o meno estesi di apparato digerente, in particolare di intestino. Non a caso la diagnosi di malattia infiammatoria intestinale non può generalmente prescindere dalla colonscopia, durante la quale si effettua un prelievo bioptico della mucosa che viene sottoposto a esame istologico. Questo esame viene affiancato dalla ricerca di markers infiammatori nel sangue, come VES e PCR.

Approfitto di questa rubrica per ricordare ai miei affezionati lettori che oggi, 22 aprile, come ogni anno, si festeggia la”Giornata della Terra”.

L’Earth Day è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia.

La Giornata della Terra, nata nel 1970, coinvolge ogni anno fino a 1 miliardo di persone in ben 192 Paesi del mondo. Tutti dobbiamo prendere consapevolezza di come sia giusto rispettare il nostro Pianeta perchè ne vale della nostra stessa vita!

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 22 aprile 2022, ore 17,19. 

 

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