Come avvenuto un anno fa la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella seguitissima rubrica “Salute&Benessere” (puntata n. 201), si occupa di tiroide in occasione della Settimana Mondiale apposita in corso di svolgimento e relazionata con il Covid. Qual è la correlazione tra la tiroide, dove milioni di persone, in particolare del gentil sesso, ne soffrono la malattia apposita e il virus?…
Dal 24 al 30 maggio 2021 è tornata la Settimana Mondiale della Tiroide (www.settimanamondialedellatiroide.it) per sensibilizzare e promuovere una corretta informazione sulla salute di questa ghiandola, così importante per il nostro benessere. Il tema scelto per l’edizione 2021 è “Tiroide e pandemia da Covid” per cercare di dare risposta alle tante domande che le persone con una malattia tiroidea si fanno in questo periodo e individuare quali siano le patologie tiroidee che possano rendere il paziente più “fragile” nei confronti della malattia da Sars-CoV2. Dobbiamo infatti ricordare che con la pandemia è ancora più importante mantenere in ‘buona salute’ la tiroide rivolgendosi al proprio medico senza trascurare alcun campanello d’allarme. Come abbiamo visto su questa rubrica anche in passato, questa ghiandola svolge importanti funzioni per il nostro organismo come la regolazione del metabolismo, il controllo del ritmo cardiaco, la forza muscolare e il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico. Per converso, la malattia da Covid può alterare la funzione tiroidea creando ulteriori problemi diagnostici e terapeutici.
In Italia, l’andamento dell’epidemia, che è in costante miglioramento grazie al vaccino (che consiglio vivamente), non consente ancora di organizzare iniziative locali di prevenzione e informazione. Attività di informazione e sensibilizzazione verranno quindi veicolate principalmente attraverso il web, così come sto facendo con questo articolo. In particolare, anche sulla base delle necessità di molte mie lettrici e pazienti, vorrei personalmente ricordare che la tiroidite di Hashimoto, molto frequente soprattutto nelle donne, pur essendo di natura autoimmune, non è una malattia sistemica e non richiede per il suo trattamento farmaci immunosoppressori; quindi, non espone chi ne è affetto ad un più alto rischio di sviluppare una malattia grave da Covid-19. Fanno eccezione a questa regola i casi in cui la tiroidite di Hashimoto si associa a due malattie endocrine che più gravemente impegnano l’organismo e il cui trattamento è molto più complesso: il diabete mellito di tipo 1 e la malattia di Addison, che compromette un asse endocrino critico per la sopravvivenza in caso di malattie gravi intercorrenti come quella da Covid-19. Questi pazienti sono considerati veramente fragili e, giustamente, hanno una priorità per la vaccinazione utilizzando le formulazioni a Rna. Lo stesso dicasi per l’associazione con altre malattie autoimmuni sistemiche come il lupus. La buona notizia è che, salvo i casi associati a patologie autoimmuni più gravi o sistemiche, non sussiste alcun valido motivo per ritenere fragili nei confronti della malattia da Covid-19 i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto, anche quando questi siano in terapia con tiroxina per curare il loro ipotiroidismo. Ricordo a tutti di seguire sempre il consiglio del proprio medico di fiducia, considerato che la Settimana Mondiale della Tiroide 2021 è promossa dalle principali società scientifiche endocrinologiche, mediche e chirurgiche, quali l’Associazione Italiana della Tiroide – AIT, l’Associazione Medici Endocrinologi – AME, la Società Italiana di Endocrinologia – SIE, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica – SIEDP, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – SIGG, la Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia – SIUEC, l’Associazione Italiana Medici Nucleari – AIMN, insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini – CAPE e con la partecipazione dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 28 maggio 2021, ore 18,00.