Catania: Concorso esterno alla mafia, assolto l’editore Mario Ciancio Sanfilippo

Dopo quasi sette anni dell’inizio del processo la Prima sezione del Tribunale di Catania ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’imprenditore ed editore del quotidiano La Sicilia e delle emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor MARIO CIANCIO SANFILIPPO (foto in alto) a fronte di una richiesta di condanna a 12 anni avanzata dai pm. L’editore era stato accusato di concorso esterno alla mafia. Il servizio sul link Sicilia News…

Assolto perché il fatto non sussiste”. E’ la sentenza pronunciata stamane dalla Prima sezione penale del Tribunale di Catania nel processo per concorso esterno alla mafia celebrato nei confronti dell’imprenditore ed editore del quotidiano La Sicilia e delle emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor Mario Ciancio Sanfilippo. La Procura, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 12 anni e la confisca dei beni che gli erano stati dissequestrati.

Il processo, iniziato nel 2017, verteva su presunti rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra etnea della famiglia Santapaola-Ercolano. Ipotesi sempre contestata dall’imprenditore e dai suoi legali, gli avvocati Giulia Buongiorno, Francesco Colotti e Carmelo Peluso. In una prima fase dell’inchiesta la Procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo ma il Gup del Tribunale di Catania Luigi Barone aveva rigettato la proposta e disposto nuove indagini. Il Gup Gaetana Bernabò Distefano aveva invece poi rigettato la successiva richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura e disposto l’archiviazione dell’inchiesta ma la sua decisione è stata annullata dalla Cassazione e il Gip Loredana Pezzino, l’1 giugno del 2017, ha disposto il rinvio a giudizio dell’imprenditore ed editore che ha 91 anni. Nell’ambito della stessa inchiesta, il 22 gennaio 2022, con decisione della Cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso della Procura generale, è diventato definitivo il dissequestro dei beni stimati in 150 milioni di euro riconducibili a Mario Ciancio Sanfilippo che era stato disposto dalla Corte d’Appello di Catania, compreso il suo gruppo editoriale. Sono gli stessi beni di cui la Procura ha chiesto la confisca al Tribunale in sede di requisitoria e che erano stati sequestrati il 24 settembre 2018. Nel procedimento si erano costituite quattro parti civili: i fratelli del commissario Beppe Montana, il capo della Sezione catturandi della Squadra Mobile, ucciso a Palermo il 28 luglio 1985; l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia; l’associazione Libera e il Comune di Catania.

Dopo tanti anni di processo possiamo dire che la verità ha trionfato – ha affermato l’avvocato Carmelo Peluso -. Il Tribunale ha messo la parola fine a una brutta vicenda nella quale, certamente, una persona di grande spicco e di grande rilevanza a Catania è stata coinvolta. Posso dire soltanto che il processo è stato il frutto di un percorso particolare, attento e di un contraddittorio sempre leale e corretto con i rappresentanti della Procura di Catania”.

           g.l.

Edited by, venerdì 26 gennaio 2024, ore 14,09. 

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