Op. “Torrente”, Appello: 4 condanne e un’assoluzione. Conferma a 7 anni e 7 mesi per l’ex sindaco di Furnari Lopes

E’ arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Messina relativa all’operazione antimafia “TORRENTE”, scattata il 5 novembre 2010 ed eseguita dai carabinieri del Ros con il coordinamento della Dda di Messina. Secondo l’accusa avrebbe rivelato il condizionamento mafioso esercitato dal clan dei “Mazzarroti” sulle elezioni amministrative del 2007 svoltesi a Furnari. Decise 4 condanne e un’assoluzione. Foto in alto l’ex sindaco di Furnari, il medico SALVATORE LOPES, al quale è stata confermata la condanna a 7 anni e 7 mesi. Il servizio sul link Cronaca…

GIUSEPPE LAZZARO 

E’ arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Messina relativa all’operazione antimafia “Torrente”, scattata il 5 novembre 2010. Secondo l’accusa avrebbe rivelato il condizionamento mafioso esercitato dal clan dei “Mazzarroti” sulle elezioni amministrative del 2007 svoltesi a Furnari. Rispetto al primo grado di giudizio, conclusosi l’1 marzo 2021 al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, ci sono state quattro condanne (una confermata e tre ridotte) e un’assoluzione. Quest’ultima riguarda l’imprenditore Roberto Munafò, che in primo grado era stato condannato a 7 anni di reclusione.

Confermata la condanna a 7 anni e 7 mesi per l’ex sindaco di Furnari, il medico Salvatore Lopes.

Passa da 4 a 3 anni di reclusione la condanna per Tindaro Calabrese, al tempo ritenuto il capo del clan dei “Mazzarroti” (si trova al 41 bis, il carcere duro e, in generale, è recluso dal 10 aprile 2008 quando scattò l’operazione “Vivaio”) e da 10 anni a 8 anni la condanna per l’imprenditore di Acireale Leonardo Arcidiacono. Piccolo sconto di pena per Sebastiano Placido Geraci: da 8 anni del primo grado, a 7 anni e 6 mesi. Per Carmelo Bisognano, ex capo del clan dei “Mazzarroti”, da oltre tredici anni collaboratore di giustizia, invece la Corte d’Appello, dopo la condanna a 3 anni in primo grado, ha dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione.

Il collegio difensivo è stato composto dagli avvocati Adriana La Manna, Pinuccio Calabrò, Tino Celi, Fabio Repici e Massimo Spitaleri.

L’OPERAZIONE

L’operazione antimafia “Torrente” scattò all’alba del 5 novembre 2010 e venne messa a segno dai carabinieri del Ros tra i comuni di Furnari e Mazzarrà Sant’Andrea sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e, come detto, rivelò il presunto condizionamento mafioso esercitato dal clan dei “Mazzarroti” sulle elezioni amministrative svoltesi il 13 e 14 maggio 2007 a Furnari. Fatti di cui sarebbero stati artefici Tindaro Calabrese, considerato al tempo (seppur mai indagato all’epoca), capo indiscusso dell’ala scissionista del clan dei “Mazzarroti”, al quale si contestano le pressioni esercitate con modalità mafiose nella campagna elettorale di quel periodo. Elezioni che furono vinte proprio dal dott. Salvatore Lopes, adesso condannato anche in appello, sull’avvocato e futuro sindaco Mario Foti. In particolare a Lopes viene contestato di avere praticato le agevolazioni nell’assegnazione dei lavori per l’alluvione che colpì la zona tirrenica nel dicembre 2006 e nel rilascio di autorizzazioni commerciali nei confronti di soggetti in odore di mafia e ciò – secondo l’accusa – per ripagarli per le attività di “proselitismo elettorale” e di “procacciamento di voti” svolte durante la campagna elettorale della primavera 2007. Inoltre l’acese Leonardo Arcidiacono e Sebastiano Placido Geraci sarebbero stati accomunati a Tindaro Calabrese nelle pressioni con il metodo mafioso che sarebbero state esercitate nei confronti di un candidato della lista avversaria. A seguito dell’operazione “Torrente” e di altre vicende, il 25 novembre 2009 l’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni decretò lo scioglimento del Comune di Furnari per mafia e ingerenze della criminalità organizzata.

Edited by, venerdì 5 aprile 2024, ore 14,11. 

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