S.Agata Militello: Op. “Camelot”. Le motivazioni dell’assoluzione di Mancuso e della condanna di Contiguglia

Sono state depositate le motivazioni del processo di primo grado, conclusosi lo scorso 4 febbraio, relativo all’operazione “CAMELOT” scattata a Sant’Agata Militello otto anni fa e dove è stato assolto il sindaco BRUNO MANCUSO (foto in alto) e condannato a 4 anni l’ex capo dell’Ufficio Tecnico Comunale, ingegnere GIUSEPPE CONTIGUGLIA. Inoltre decise un’altra condanna e quattro prescrizioni comprese un’assoluzione parziale ed una prescrizione parziale. La ricostruzione della vicenda, la sentenza e la sintesi delle motivazioni. Adesso le parti interessate (Procura, legali) potranno ricorrere in appello…

GIUSEPPE LAZZARO

A otto anni quasi esatti dal blitz si è concluso la sera del 4 febbraio scorso il processo di primo grado relativo all’operazione “Camelot”. Il collegio giudicante del Tribunale di Patti (presidente Mario Giuseppe Samperi, a latere i giudici Andrea La Spada ed Edoardo Zantedeschi) ha dichiarato due condanne, una assoluzione totale ed una parziale e deciso quattro prescrizioni oltre ad una quinta parziale.

LA SENTENZA

GIUSEPPE CONTIGUGLIA: CONDANNATO A 4 ANNI DI RECLUSIONE per il Capo V oltre al pagamento delle spese processuali.

FRANCESCO SPITALERI: CONDANNATO A 2 ANNI DI RECLUSIONE per il Capo H1 oltre al pagamento delle spese processuali.

A GIUSEPPE CONTIGUGLIA vengono applicate le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni e l’incapacità a contrattare con la Pubblica Amministrazione per la durata della pena principale. 

NON DOVERSI PROCEDERE PER INTERVENUTA PRESCRIZIONE NEI CONFRONTI DI: ANTONINO NASO; CARMELO GAMBADAURO; CALOGERO SILLA; GRAZIA MELI BERTOLONE PER I REATI LORO ASCRITTI AI CAPI H E V E GIUSEPPE CONTIGUGLIA IN ORDINE AL SOLO REATO ASCRITTO AL CAPO H.

BRUNO MANCUSO: ASSOLTO PER NON AVERE COMMESSO IL FATTO (CAPO V)

FRANCESCO SPITALERI: ASSOLTO PERCHE’ IL FATTO NON COSTITUISCE REATO PER UN CAPO DI IMPUTAZIONE (H1)

PARTI CIVILI

GIUSEPPE CONTIGUGLIA è stato condannato al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile COMUNE DI SANT’AGATA MILITELLO da liquidarsi in separata sede nonché al rimborso delle spese di giudizio liquidate in 3.870 euro oltre accessori come per legge. 

FRANCESCO SPITALERI è stato condannato al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili Antonino Floramo e Filippo Floramo liquidati in via definitiva in 20.000 euro (10.000 per ciascuna parte), oltre al rimborso delle spese di giudizio liquidate in 4.500 euro, oltre accessori come per legge nonché al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile Giovanni Fiamingo liquidati in via definitiva a 10.000 euro oltre al rimborso delle spese di giudizio liquidate in 3.870 euro, oltre accessori come per legge.   

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

Nelle 93 pagine delle motivazioni, depositate alla cancelleria del Tribunale di Patti, il collegio giudicante, sostanzialmente, fa emergere che non c’è alcun elemento probatorio tale da portare alla condanna, così come aveva chiesto il pm nella requisitoria, il sindaco santagatese Bruno Mancuso e viene spiegato del perché è stato assolto, per non avere commesso il fatto, dall’accusa iniziale di essere il promotore di una associazione a delinquere nell’ambito dell’operazione “Camelot”. Nelle motivazioni si legge tutto l’andamento del lungo processo iniziato nel novembre 2015, esattamente un anno e 8 mesi dopo l’operazione. Riguardo alla condanna riportata in primo grado dall’ingegnere Giuseppe Contiguglia, il collegio giudicante scrive che “l’obiettivo del gruppo (funzionari dell’Ufficio Tecnico comunale di Sant’Agata Militello coordinato dallo stesso Contiguglia ndr) era massimizzare i finanziamenti pubblici a favore dell’ente comunale…finanziamenti perseguiti in quanto tali per consentire vantaggi economici indebiti e gratificazioni di singoli associati”. Sotto accusa le modalità con le quali i professionisti esterni avrebbero svolto “la progettazione preliminare – si legge nelle motivazioni – o definitiva di un determinato lavoro ovvero si attivavano per consentire di ottenere un finanziamento specifico”. Progettazioni che permettevano ai dipendenti comunali, come previsto dalla legge, di ottenere il compenso del 2% mentre i professionisti esterni “venivano successivamente – scrive il collegio giudicante del Tribunale di Patti – ricompensati mediante procedure di gare fittizie…tuttavia la formale legittimità del bando non consente di escludere la turbativa della gara”. A seguito delle motivazioni adesso chi, fra Procura e legali, vorrà ricorrere in appello lo potrà fare.

L’OPERAZIONE

L’operazione “Camelot” scattò il 15 febbraio 2014, coordinata dalla Procura di Patti e venne eseguita dalla Squadra Mobile di Messina e dalla polizia del Commissariato di Sant’Agata Militello. L’inchiesta, guidata dall’allora Procuratore di Patti Rosa Raffa, fece emergere la presunta mal gestione di alcune opere pubbliche appaltate e realizzate a Sant’Agata Militello nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 quando era sindaco quello attuale, Bruno Mancuso.

LE PRESCRIZIONI

Nell’udienza del 15 ottobre 2021 erano stati dichiarati estinti per intervenuta prescrizione quasi tutti i reati contestati a carico degli imputati. Il tribunale aveva dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione relativamente a 22 dei 26 capi d’imputazione per i quali, all’udienza del 26 maggio 2021, era stato appositamente disposto lo stralcio dal fascicolo originario. Con la dichiarazione di non luogo a procedere per prescrizione si concludeva così del tutto il procedimento giudiziario a carico di 10 dei 17 imputati, sotto processo dal novembre 2015 per le contestazioni, a vario titolo, di turbata libertà degli appalti, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Il processo si era di fatto concluso per: Giovanni Amantea, l’ingegnere Bernardo Paratore, Carlo Giuffrè, Vincenzo Cordone, Maria Teresa Giuliano, Emanuele Giusti, Cono Galipò, Natale Iannaggi, Benedetto La Macchia e Francesco Armeli.  La prescrizione, riguardo alle opere e ai lavori svolti, riguardava la riqualificazione della villa Falcone e Borsellino, la realizzazione dell’elisuperficie, l’adeguamento sismico della scuola elementare “Luigi Capuana”, il recupero del Museo dei Nebrodi e alcuni progetti inseriti nel PIST.

L’INCHIESTA

L’inchiesta, portata avanti dall’allora Procuratore di Patti Rosa Raffa, verteva sulla gestione della fase progettuale di alcune opere pubbliche a S.Agata Militello. La complessa attività investigativa, scaturita dalle denunce di un imprenditore edile nel febbraio del 2010 e di un ex consigliere comunale (Marcello Donato Lemma, fratello dell’ex consigliere Marco ndr), nel maggio dello stesso anno, consentirono di avviare numerose attività di intercettazione ambientale e telefonica, tra il marzo 2011 ed il gennaio 2012, condotte unitamente a innumerevoli e copiosissime acquisizioni documentali. La lunga attività investigativa, raccolta in due informative a carico di 47 soggetti, fece emergere l’esistenza di un comitato d’affari, collocato ai vertici tecnico–amministrativi del comune di S.Agata Militello, che avrebbe svolto la propria attività di istituto come una forma di potere esercitato per piegare l’attività di amministrazione e di governo al conseguimento di interessi personali, sia di carattere economico che politico-elettorale, forgiando complesse procedure amministrative a guisa di un vero e proprio sistema politico-affaristico di tipo  criminale. Un settore fondamentale dell’attività criminosa dell’associazione si era rivelato il momento della progettazione dei lavori pubblici. Secondo le osservazioni riportate nel provvedimento cautelare, sarebbe stata accertata l’esistenza di un sodalizio criminoso stabile, al quale avrebbero preso parte i pubblici dipendenti addetti all’Area Tecnica del Comune di S.Agata Militello, finalizzato allo sfruttamento delle risorse pubbliche destinate alla progettazione, indipendentemente dalla effettiva successiva realizzazione dell’opera, superando ogni ostacolo relativo alla tempistica imposta dagli enti finanziatori, con il ricorso ad atti pubblici falsi, abusi d’ufficio e, soprattutto, per svolgere gare che dietro la parvenza del rispetto delle procedure concorsuali stabilite per legge, celavano aggiudicazioni già predestinate. Questa peculiare organizzazione criminale si poneva come obiettivo principale del proprio disegno criminoso l’ottenimento di ingenti vantaggi economici e politici, mediante la gestione degli uffici di direzione lavori, degli incarichi di R.U.P. (Responsabili Unici Procedimenti) e degli incarichi professionali, affidati a tecnici esterni, nell’ambito degli appalti pubblici. Nel corso delle indagini era stato possibile verificare che i tecnici comunali che collaboravano con l’ingegnere Giuseppe Contiguglia, al tempo responsabile dell’Area Tecnica del comune santagatese nella illecita attività, a vario titolo, anche partecipando alle commissioni di verifica delle gare di affidamento, a turno sottoscrivevano i progetti, realizzati in realtà da altri professionisti, ricevendone l’indebito vantaggio economico del compenso, consistente nella prevista indennità di progettazione per il personale dell’U.T.C., che dividevano in eguali percentuali. Il Comune di S.Agata Militello, agli inizi del 2005, aveva avviato, nell’ambito delle opere pubbliche, un Piano Strategico, elaborato dall’ingegnere Contiguglia il quale, oltre a dirigere l’U.T.C., rivestiva anche la carica di direttore  del P.I.S. –  Piano Strategico “Polo Turistico Tirreno Centrale”. Il 21 giugno 2006 venne sottoscritto il primo protocollo d’intesa fra Bruno Mancuso, nella qualità sindaco di S.Agata, Giuseppe Contiguglia, nella qualità di direttore nonché R.U.P., del P.I.S. ed il direttore del tempo dell’Ente Parco dei Nebrodi. La sottoscrizione di tale protocollo d’intesa costituì il presupposto essenziale, oltre alla validazione della coalizione dei comuni facenti parte del Piano Strategico, per l’individuazione esatta dei beneficiari che potevano avere “accesso” ai fondi regionali. Questo Piano strategico, nel 2010, in rafforzamento del patto di unione siglato precedentemente, fu denominato “Nebrodi Città Aperta”. L’attività del P.I.S., sotto la guida dell’ingegnere Contiguglia, si concluse con la costituzione della cosiddetta “Governance”, con il Consiglio Territoriale e l’Ufficio di Presidenza e l’elezione del Sindaco di S.Agata Militello (Bruno Mancuso n.d.r.) a presidente e coordinatore del Piano Strategico. Giuseppe Contiguglia, in rappresentanza del comune capofila e, quindi, espressione politica ed operativa del sindaco Mancuso, fu eletto direttore dell’Ufficio Piano, ovvero della struttura di coordinamento (denominata Rete), monitoraggio e di valutazione dei risultati di ciascun progetto, con competenze di tipo manageriale e tecnico-scientifico di elevato profilo. Grazie all’attività del P.I.S., quindi, la coalizione “Nebrodi Città Aperta” venne inserita nella programmazione regionale con un P.I.S.T., relativamente al “Programma di Sviluppo Urbano Asse 6”, che consentì la presentazione di ben 77 progetti, sugli 82 presentati e dichiarati (marzo 2011) ammissibili a finanziamento e molti dei quali, poi finanziati, per un importo totale pari a 97.657.108 euro. Nel corso delle indagini fu accertato che, al fine di utilizzare questi fondi, Contiguglia, con il consenso del sindaco Mancuso e degli altri componenti la “Governance”, avrebbe “riesumato” dei progetti, difficilmente realizzabili dal punto di vista esecutivo, per i quali avrebbe suddiviso a priori (relativamente al professionista esterno, preventivamente designato, a cui affidare l’incarico di progettazione) le somme per finanziare i progetti di livello definitivo. Dalla documentazione acquisita si era potuto, altresì, rilevare che in quegli anni di attività di governo del sindaco Bruno Mancuso, il Comune di Sant’Agata Militello, con una densità di popolazione inferiore a 15.000 abitanti, ebbe un’attività particolarmente intensa nel settore dei lavori pubblici, con finanziamenti regionali che superarono, abbondantemente, l’importo di 100 milioni di euro. Per il conferimento di incarichi professionali, per un importo inferiore a 100.000 euro, l’ingegnere Giuseppe Contiguglia, nella qualità di responsabile dell’Ufficio Intersettore, aveva opportunamente predisposto, con estrema perizia tecnica, un “metodo di selezione”, espresso nel bando prima e realizzato successivamente dallo stesso nelle fasi di gara, con lo specifico fine di affidare l’incarico di progettazione o di consulenza, al professionista precedentemente prescelto, il quale sulla base del preventivo accordo presentava un’offerta economica con il minimo ribasso consentito sull’importo a base d’asta.

Edited by, sabato 30 aprile 2022, ore 7,23. 

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