Op. “Pandora”: La bufera sull’on. Sammartino che si dimette da assessore. Il pentito:”Ha incontrato Francesco Santapaola”

Rischia seriamente di essere azzoppata l’ascesa politica del deputato regionale catanese LUCA SAMMARTINO (foto in alto), ex PD, adesso alla Lega. Le accuse contenute nell’ordinanza dell’operazione “Pandora”, scattata stamane, se troveranno conferma nelle sedi competenti, sono pesanti. Un pentito lo accusa di avere incontrato uno dei boss del clan SANTAPAOLA e avrebbe favorito un farmacista di Tremestieri Etneo, centro dove il sindaco stamane è stato arrestato. L’accusa è quella di corruzione. Sammartino, osannato e riverito anche nei Nebrodi, si è dimesso da assessore regionale all’Agricoltura, è sospeso per un anno dai pubblici uffici ma potrebbe restare deputato all’Ars. Il servizio sul link Sicilia News…

Terremoto nella politica siciliana. Nell’ambito dell’operazione “Pandora” scattata stamane (vedere servizio pubblicato sul link Sicilia News) è indagato per corruzione, il vice presidente della Regione Siciliana, il catanese Luca Sammartino, della Lega che, in base alla decisione del Gip del Tribunale di Catania, per un anno non potrà ricoprire pubblici uffici. L’assessore all’Agricoltura ha rassegnato le proprie dimissioni dalle cariche e le funzioni ad interim dell’assessorato sono state assunte direttamente dal presidente della Regione Renato Schifani il quale, con successivo decreto, provvederà alla nomina del nuovo vice presidente della giunta.

LA “DEGENERAZIONE AFFARISTICA”

Nel contesto delle indagini, coordinate dalla Dda e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania, si sono acquisiti elementi che dimostrerebbero una degenerazione affaristica del governo locale del comune di Tremestieri Etneo, del quale Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vice presidente della Regione, risultava essere il principale referente politico del primo cittadino Santi Rando, arrestato stamane. Proprio in merito alla figura di Sammartino è stata riscontrata – spiegano gli inquirenti – la sua preoccupazione di mettersi al riparo da eventuali attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata, dei quali sembrerebbe essersi avvalso in occasione delle elezioni. Inoltre si sarebbe adoperato in attività di vigilanza e di bonifica tecnica dei locali della sua segreteria politica avvalendosi di carabinieri in servizio ed in quiescenza, cercando inoltre di acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali”.

Le attività investigative, secondo quanto spiegato dalla Procura di Catania, hanno fatto emergere il clima di corruzione: un’attività portata avanti dallo stesso Rando e Giovanni Naccarato, dirigente dei Lavori pubblici e della pianificazione del Territorio-urbanistica del comune di Tremestieri Etneo, insieme a Cosentino e Giuseppe, detto “Puccio” Monaco, architetto e all’epoca dei fatti consulente del sindaco a titolo gratuito, i funzionari corrotti, i quali avrebbero ricevuto denaro e altre varie utilità, quasi sempre grazie alla costante attività di intermediazione dell’ingegnere Paolo Di Loreto, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici.

SAMMARTINO INCLINE A COMMETTERE REATI”

Senz’altro allarmante e indicativo di una personalità incline a commettere azioni delittuose è il comportamento dell’indagato, diretto alla ricerca di informazioni sull’esistenza di indagini a suo carico, anche istigando altri a commettere reati pur di fornirgliele”, scrive il Gip di Catania Carla Aurora Valenti nell’ordinanza di custodia cautelare a proposito dell’on. Sammartino. Il giudice sottolinea, inoltre, “la gravità dei delitti di corruzione propria commessi, la capacità del Sammartino di incidere pesantemente nelle scelte dell’amministrazione comunale di Tremestieri Etneo (basti pensare, in via esemplificativa, alle imposizioni di voto ai consiglieri comunali Smecca Ferdinando e Torre Giancarlo), la sua condivisione del progetto che avrebbe alterato le regole di un’onesta competizione elettorale, progetto alla cui realizzazione ha collaborato attivamente, traendone anche benefici personali, l’intervento con i funzionari regionali fondamentale per l’illecito risultato avuto di mira”.

RIMANE DEPUTATO O NO?

Tra l’altro l’interdizione da tutte le attività potrebbe consentire a Sammartino di rimanere deputato dell’Assemblea regionale siciliana: questo scenario accadrebbe qualora il giudice decidesse di non inviare l’ordinanza al commissario dello Stato per la Regione Siciliana. Nel caso invece il faldone fosse trasmesso, spetterebbe al commissario, dopo avere letto l’intera ordinanza, di valutare se esistano o meno i presupposti per fare scattare le prescrizioni previste dalla legge Severino e, in questo caso, l’iter prevede l’invio della relazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la decretazione e la successiva trasmissione del decreto al commissario dello Stato, quindi l’invio agli uffici dell’Assemblea regionale siciliana e l’attivazione della commissione verifica poteri per la sospensione del deputato e la sostituzione temporanea col primo dei non eletti nella lista di Catania.

ESTRANEO AI FATTI”

Sulla vicenda l’on. Sammartino ha diffuso una nota: “Ho rimesso l’incarico di assessore regionale e vice presidente della Regione dopo essere stato raggiunto da misura cautelare interdittiva in relazione a un’ipotesi di reato lontana nel tempo. Ringrazio il presidente per la fiducia dimostrata nei miei confronti e per il lavoro svolto fin qui. Tengo a sottolineare che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio; sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a 5 anni fa che, con stupore leggo, mi vengono contestati. Resto fiducioso, come sempre ho dichiarato e non cambierò mai idea, nei confronti del lavoro della magistratura. Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale”.

Sammartino è il nipote del Prefetto in quiescenza Claudio Sammartino, uno dei componenti della commissione di accesso nominata dal Viminale che valuta eventuali infiltrazioni mafiose al Comune di Bari. Claudio Sammartino è stato Prefetto di Catania. Da quanto risulta, tra zio e nipote non c’era consuetudine di rapporti, ma soltanto delle frequentazioni familiari.

IL PENTITO: “L’INCONTRO DI SAMMARTINO COL BOSS”

L’on. Sammartino avrebbe incontrato nel 2015 esponenti di spicco del clan Santapaola. Lo ricostruisce il collaboratore Silvio Corra le cui dichiarazioni, alcune su fatti appresi direttamente e altri “de relato”, sono ritenute attendibili dalla Procura di Catania. Corra era entrato in Cosa nostra nel 2004 grazie alla sua parentela con il cognato Angelo Santapaola, già responsabile dell’associazione sino al suo assassinio nel settembre 2007. Dopo la sua scarcerazione, nel 2013, era diventato uomo di fiducia del reggente dell’epoca, Francesco “Colluccio” Santapaola, e gestiva la cosiddetta “carta delle estorsioni”. Ha iniziato a collaborare con la giustizia il giorno di Ferragosto del 2020, mentre era libero. Nel provvedimento cautelare la Procura ricostruisce un episodio in cui Corra aveva personalmente accompagnato l’esponente di vertice dell’associazione mafiosa, Francesco “Colluccio” Santapaola, a casa di Vito Romeo per riunioni tra loro ed esponenti politici e, in particolare, il candidato sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, un cognato di Romeo e un’altra persona di cui forniva una descrizione fisica ma di cui non sapeva altro. Corra aggiungeva che in un paio di occasioni a queste riunioni aveva visto arrivare anche un altro soggetto che, “nell’album fotografico esibitogli, riconosceva nella fotografia raffigurante l’effige di Sammartino, ma di cui non sapeva il nome”, ricordando di averlo visto una-due volte. Alla riunione Corra non ha partecipato ma avrebbe appreso poi da Romeo che avrebbero appoggiato il candidato sindaco che avrebbe portato a loro “lavoro e soldi”.

L’ACCORDO PER LE FARMACIE

Tra i destinatari della misura cautelare figurano quattro imprenditori (di cui uno già deceduto per cause naturali) emersi nell’ambito di altrettante vicende corruttive, in relazione alle quali avrebbero beneficiato, in cambio di denaro e altre utilità elargite illecitamente ai pubblici ufficiali, della concessione di permessi comunali (autorizzazioni a costruire e cambi di destinazioni d’uso) e assegnazioni di lavori pubblici (ristrutturazioni e manutenzioni di edifici pubblici), anche solo promesse, come nel caso dell’appalto relativo alla ristrutturazione della locale caserma dei carabinieri, poi mai verificatosi. Sono stati acquisiti elementi che sembrerebbero delineare una strategia dei vertici del Comune di Tremestieri Etneo tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica, arrivando a favorire lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, poi transitato – anche grazie all’intervento di Sammartino – proprio tra i sostenitori di Rando per le elezioni amministrative dell’anno 2021. Nello specifico Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, sarebbe stato favorito facendo ridurre il numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, ottenendo in cambio la promessa di sostegno elettorale in vista delle elezioni europee del 2019 per il candidato sostenuto da Sammartino. A Sammartino viene anche contestato uno scambio di favori per ottenere voti per l’allora candidata alle elezioni europee del 2020, l’ex parlamentare del PD Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, quando Sammartino, allora deputato regionale, faceva parte del Partito Democratico.

          g.l.

Edited by, mercoledì 17 aprile 2024, ore 18,16. 

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